Di Fabio Massa
C’è questa cosa che riguarda il sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove. Riepilogo della vicenda. C’è un anarchico, in carcere, che si chiama Alfredo Cospito. Questo Alfredo Cospito sta facendo una battaglia per abolire il 41 bis, ovvero il carcere duro per i mafiosi e per i terroristi. Uno dei pochi strumenti davvero efficaci nella lotta contro la mafia, che non a caso i boss avevano messo in tutte le “trattative”, vere o presunte, con lo Stato: voi levateci il 41bis e noi smettiamo di mettere bombe, diceva Riina. Mentre infuria la polemica su Cospito, e il 41bis effettivamente viene messo in discussione da alcuni parlamentari di opposizione, il capogruppo di Fratelli d’Italia Donzelli si alza in piedi in aula e dice due cose: la prima è che Cospito ha incontrato e ha parlato con boss mafiosi. E che dunque di fatto sta operando per loro chiedendo l’abolizione del 41bis. La seconda è che parlamentari di centrosinistra hanno incontrato in carcere Cospito. La seconda è una prerogativa dei parlamentari, per carità. Sulla prima, invece, esplode un casino. Perché le informazioni sulle frequentazioni di Cospito – rivelate a Donzelli da Delmastro – sarebbero state coperte da segreto, secondo qualcuno. Non secondo i pm a cui viene assegnata l’inchiesta che viene aperta proprio su Delmastro per rivelazione di atti secretati. Uno come Paolo Ielo, che ha terremotato la Capitale con l’inchiesta Mondo di Mezzo, dice chiaro e tondo che non crede che quelle informazioni fossero segrete, e che dunque non c’è reato. Non fa niente. Delmastro, malgrado i pm abbiano detto che per loro non c’è reato, finisce sulla graticola. Questa, per sommi capi, la storia. Ora, come giudichereste un Paese che invece di scandalizzarsi per il fatto che un anarchico, in combutta con i mafiosi, convince alcuni parlamentari a cercare di abolire il 41bis, mette sotto processo il sottosegretario che ha rivelato questa verità? Io, per carità di patria, taccio e non uso aggettivi altrimenti irripetibili.