Violenza sulle donne, a Milano aumentano vittime e condanne

Secondo i dati del Tribunale il 60% degli imputati è italiano e il 20% è composto da giovani tra i 18 ed i 25 anni. In aumento il numero assoluto delle persone condannate che passa da 630 del 2021 ai 763 nei primi 10 mesi del 2023.

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Aumenta a Milano il numero degli imputati per quanto riguarda i reati commessi per “motivi di genere”, ossia maltrattamenti, stalking e violenza sessuale, anche di gruppo. Il presidente facente funzione del Tribunale di Milano Fabio Roia, ha illustrato questa mattina i dati raccolti al 31 ottobre, in una conferenza stampa “in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” fissata per il 25 novembre. Il numero totale delle sentenze per questi reati a Milano “è aumentato da 732 a 930 (+ 121 rispetto al 2022)”. Di questi verdetti “il 53% sono di condanna, il 23% di non doversi procedere e il 23% di assoluzione“. In particolare, quelli con la maggior percentuale di condanna sono quelli per violenza sessuale: 72% davanti al gup negli abbreviati, 63,8% nei dibattimenti. La pena maggiormente irrogata – spiega il Tribunale – è fra 2 e 4 anni, seguita da 1-2 anni. Tra gli imputati “il 92% sono di genere maschile“, il 60%, è italiano (+1% rispetto al 2022) e l’età media maggiormente presente è nella fascia 26-35 anni (25% imputati) seguita dalla fascia 36-45 anni e 18-25 anni. Tra le persone offese il 73% sono italiane (+9%)”, di cui il 25% nella fascia 26-35 anni, seguita da quella 18-25 anni. Emerge dai dati, scrive Roia, “un chiaro aumento nel 2023 delle sentenze di non doversi procedere (+11% rispetto al 2022), causato in parte dal fatto che sono andati a sentenza tutti i procedimenti con irreperibili, ma per il Gup potrebbe avere influito anche la nuova sentenza di non doversi procedere quando gli elementi non consentono di formulare una ragionevole previsione di condanna (applicazione della nuova regola di giudizio della riforma Cartabia)”. Nel dibattimento, poi, “l’85% dei procedimenti si conclude nei tre anni“, il 63% in due anni, mentre l‘80% degli abbreviati “entro un anno”. Sembra in aumento, scrive ancora Roia, “il numero assoluto delle persone condannate e il numero assoluto delle persone offese coinvolte”. In particolare, il numero degli imputati è passato da 630 nel 2021 a 763 dei primi 10 mesi del 2023 (sono stati 739 nel 2022), mentre quello dei condannati da 479 di due anni fa a 506 di questi 10 mesi (531 l’anno scorso). Appare, invece, “abbastanza stabile la distribuzione per sesso e nazionalità“. Nel frattempo, le indagini per maltrattamenti sono passate da 1510 (fascicoli con indagati) nel 2019 a 2053 da gennaio al 31 agosto. Tutti dati con un “crescendo importante“, come ha chiarito Letizia Mannella, procuratrice aggiunta. I fascicoli per violenza sessuale di gruppo, poi, sono passati in totale da 20 a 53. In diminuzione solo i procedimenti per stalking. L’aumento delle denunce e delle indagini per questi reati di violenza di genere, ha spiegato Mannella, va comunque letto anche in un senso “positivo”, perché c’è sempre “maggiore consapevolezza nelle vittime e fiducia nelle forze polizia e nei magistrati”. Resta il fatto, però, che “in certe comunità di stranieri, come filippini, egiziani o persone del Bangladesh, si denuncia molto meno, anche perché alcune donne non parlano neanche italiano e quindi non riescono proprio a denunciare”. In queste situazioni, ha concluso, “l’autorità giudiziaria o gli assistenti sociali devono riuscire a captare segnali per intervenire”

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