Giornata mondiale della gentilezza, come essere gentili al lavoro

Come fare a motivarci per mantenere un atteggiamento consono e professionale quando proprio ci sentiamo nel bel mezzo di una giornata “no”? In occasione della Giornata Mondiale della Gentilezza che si celebra oggi,  InfoJobs ha stilato 5 semplici suggerimenti per evitare di creare fratture  al lavoro e mantenere un corretto rapporto con colleghi e capi.

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La gentilezza è un valore, ma anche un impegno. Quando i problemi del quotidiano, nella sfera privata o nell’ambito lavorativo, ci attanagliano e monopolizzano i nostri pensieri, essere gentili anche nei gesti più semplici può diventare difficile.
Come fare a motivarci per mantenere un atteggiamento consono e professionale quando proprio ci sentiamo nel bel mezzo di una giornata “no”, soprattutto al lavoro? In occasione della Giornata Mondiale della Gentilezza che si celebra oggi,  InfoJobs ha stilato 5 semplici suggerimenti per evitare di creare fratture  al lavoro e mantenere un corretto atteggiamento con capi e colleghi.

Riflettere e (solo) poi commentare (con le parole giuste): quando il cattivo umore è dominante, tutto sembra negativo e anche situazioni come la macchinetta del caffè rotta, diventano una fonte di polemica. Da qui si inizia un’escalation di nervosismi che rischiano di riversarsi anche nel dialogo con capo e colleghi, con conseguenze pericolose. Per evitare tutto ciò, meglio contare fino a 10 e non far trasparire un eccesso di disappunto. Puntare al dialogo costruttivo è la soluzione. O, a volte, anche il silenzio.

 L’espressione facciale vale più di mille parole: siamo molto fieri di noi stessi quando riusciamo a trattenerci da quel commento poco carino ad un’osservazione che in una giornata “no” diventa insostenibile. Ma attenzione: anche se siamo bravi a trattenere le parole, la mimica facciale è espressione dei nostri pensieri e fa emergere in modo evidente ciò che non diciamo a chiare lettere.

 Se oggi “non reggo” il mio capo… capitano giorni in cui proprio non si è d’accordo con le decisioni prese dal proprio capo, pur rispettandone l’autorevolezza. Se questi punti di vista discordanti si verificano quando si è nervosi, il rischio di lanciarsi in commenti a caldo con toni accesi è dietro l’angolo. La soluzione? Lasciamo sedimentare quello che non ci piace e ripensiamoci in un secondo momento, valutando pro e contro. Non siamo comunque convinti? Parliamo con il capo ma in un momento successivo e più disteso; il dialogo è il punto di forza di una relazione, anche professionale.

 Se oggi “non reggo” i miei colleghi… voce alta, mail su mail di richieste, telefono che squilla in continuazione. Tutto questo, nelle giornate “no”, diventa motivo di frizione con i colleghi. Non gettiamo al vento tutto l’impegno profuso a creare un buon team solo a causa di una luna storta. Ricordiamo invece, che fare squadra è la chiave del successo. E probabilmente con i colleghi si può anche chiedere una pausa, un momento di “isolamento”, perché sicuramente capita anche a loro di avere una giornata no.

 Fare ciò che piace: impegni, agende full e umore a terra o nervi a fior di pelle? Per aiutarci a ripristinare un atteggiamento cordiale verso gli altri, dimenticando, almeno per un po’, i problemi, è importante cercare di ritagliarsi un momento per sé, per fare ciò che piace, anche semplicemente una passeggiata o una pausa pranzo particolarmente invitante. E magari anche un lavoro che ci dia serenità: sicuramente tra i tanti progetti e attività c’è qualcosa che meglio si addice al nostro bisogno del momento e che è in grado, almeno un po’, di migliorare il nostro umore.

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