Il 110 per cento e l’alluvione

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Di Fabio Massa

Gli argini si rompono, i fiumi esondano. Dopo l’emergenza siccità, la troppa acqua. Non parleremo però qui dell’emergenza climatica. No. Parleremo di come ancora una volta l’Italia è riuscita a sbattere via allegramente tutti i fondi che sarebbero stati utilissimi per ricostruire, per mettere in sicurezza, per manutenere. E dire che i soldi c’erano, eccome. C’erano. Tanti, in misura mai vista prima. Tutti soldi a debito, beninteso, che qualcuno dovrà rendere. Ma c’erano. Erano quelli del 110 per cento, che peseranno su di noi e sui nostri figli per molti anni a venire. Però, pensateci un po’: non sarebbe stato meglio varare una norma 110 per cento per le zone alluvionate, colpite dal terremoto eccetera? A quella gente che ha perso tutto sarebbe servito l’aiuto dello Stato, che invece lo ha dato a chi aveva la villetta da ristrutturarsi. Come ho sentito dire, l’Italia è quel posto dove chi ha la casa se la vede ristrutturata gratis grazie ai soldi di tutti, anche di la casa non ce l’ha proprio. Però pensiamoci su, quando parliamo di mezzo miliardo di danni per la Toscana, quando parliamo di centinaia di milioni di danni per la terra che trema qui e là, quando parliamo di devastazioni naturali. Ma anche quando nelle scuole il riscaldamento non si accende e se fa freddo nelle aule. I soldi c’erano. E’ che hanno preferito spenderli per far comprare pezzi di polistirolo per ricoprire le villette dei ricchi.

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