Morto per il cedimento del ponte, indagati cinque dipendenti del Comune di Milano

Per la morte di Andrea Elifani, il 40 enne caduto nella Martesana per il crollo della balaustra della passerella De Marchi, sono cinque gli indagati accusati di omicidio colposo. La consulenza tecnica: "paralisi della manutenzione" non solo della passerella ma dei 500 ponti e sottopassi di competenza di Palazzo Marino.

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Cinque dipendenti del Comune di Milano sono indagati con l’accusa di omicidio colposo per la morte di Andrea Elifani, il quarantenne che cadde nella Martesana dopo essersi appoggiato alla balaustra in ferro della passerella De Marchi, che cedette il 2 aprile 2021. Lo riporta il Corriere della Sera spiegando che una decina di giorni fa è arrivata la chiusura delle indagini coordinate dai pm Isabella Samek Lodovici e Maura Ripamonti e che una annotazione di polizia giudiziaria, che si è servita della consulenza tecnica degli ingegneri Fabrizio D’Errico e Roberto Lucani, parla di “paralisi della manutenzione” non solo della passerella ma dei 500 ponti e sottopassi di competenza comunali. La documentazione acquisita dai pm mostra che “si era creato un arretrato manutentivo per il mancato inserimento a bilancio per gli anni 2016-2017-2018 dei progetti relativi a ponti, barriere e armamenti tramviari con conseguente sostanziale paralisi della manutenzione di tutti i manufatti (sia ordinaria sia straordinaria) dovuta alla mancanza di appalti. Circostanza più volte segnalata dagli uffici, unita al deficit di risorse economiche ed umane”. L’Unità Ponti, creata nel 2018 dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova, è composta da solo cinque persone, con poco personale e al momento “di fatto non era noto quali e quanti fossero i ponti di competenza del Comune di Milano da manutenere”. E loro stessi hanno testimoniato che da Palazzo Marino non hanno ricevuto “alcuna formazione”. E l’ufficio “risultava sfornito di qualsiasi tipo di strumentazione, anche elementare, idonea a effettuare anche basilari rilievi (binocolo, metro laser)”. La passerella De Marchi era stata ispezionata tre volte fra il 2018 e il 2020 “senza che l’evidente fenomeno corrosivo in svariati punti della struttura” fosse stato “percepito e correttamente valorizzato come degno di intervento”. Per questo sono stati indagati tre addetti dell’unità ponti, il loro responsabile e il responsabile dell’area tecnica infrastrutture del Comune.

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