Di Fabio Massa
C’è un grande equivoco nel campo della sanità. La tesi imperante è che ci sono i privati brutti e cattivi che si rubano i soldi che invece si potrebbero destinare al santificato settore pubblico. La motivazione è semplice: quando chiedi una visita nel settore privato la puoi fare il giorno dopo mentre nel settore pubblico devi aspettare sei mesi. Ma perché? Il motivo è semplice. I privati riescono ad erogare molte più visite di quelle che fanno. Una parte di queste visite vengono “opzionate” e poi pagate dallo Stato, tramite quello che si chiama “privato convenzionato”. In pratica lo Stato dice: qui ci sono 10 milioni di euro per fare un tot di prestazioni in questo campo. E quando finiscono quei 10 milioni? Quando finiscono quei 10 milioni bisogna aspettare l’anno dopo, e da qui si spiega l’attesa di 6 mesi. Se lo Stato invece di mettere 10 milioni ne mette 100, il privato ne eroga 10 volte tanto. Questo è il sistema. E questo è il motivo perché nel privato si trova subito posto e nel pubblico no. C’è poi una seconda riflessione che non viene mai fatta. Perché esiste il privato convenzionato? Perché la sanità non è solo statale? In fondo, quando è stato creato il SSN, era tutto completamente statale, come dice il nome. Esiste il privato convenzionato perché a un certo punto ci si è resi conto che il settore pubblico non riusciva ad erogare la corretta qualità e il corretto numero di prestazioni. Gli ospedali erano mediamente fatiscenti e mediamente lontani dall’eccellenza. Perché? Perché il settore pubblico è poco efficiente, e questo lo si vede più o meno in ogni campo. Così lo Stato decise di tenere una grossa parte della sanità completamente pubblica, ma di iniziare una parte di sanità convenzionata a supporto del SSN. Questa è la verità. Dunque, quando bisogna aspettare sei mesi per una visita, non è perché il privato non vuole erogarla. La vuole erogare eccome, anche perché ci incasserebbe su il contributo statale. Il problema è che lo Stato ha finito i soldi, e quindi quella prestazione non è disponibile con il Servizio Sanitario Nazionale.