La guerra come arma di distrazione di massa

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Di Fabio Massa

C’è una guerra, tra Palestina e Israele. E’ una guerra che avrà effetti enormi anche sull’Italia. Oggi il prezzo del gas è cresciuto del 15 per cento. Qualcuno lo sta dicendo agli italiani che la guerra la pagheranno, comunque? Si diceva che la guerra in Ucraina sarebbe finita nel giro di un mese. Va avanti da oltre un anno e il rublo – che doveva diventare carta straccia – pare che sia ancora una valuta con un suo senso, di certo non è carta straccia. Si diceva che la Russia senza gas sarebbe fallita in due settimane. E invece lo vende alla Cina. Si diceva che con le rivoluzioni in Medio Oriente sarebbe arrivata la democrazia, e la pace. E invece sono tornati i talebani, i regimi islamici, i dittatori, continuano i barconi di disperati e ora c’è la recrudescenza della guerra in Palestina. La verità è che propiniamo agli italiani sempre verità definitive, semplici, non complesse. Noi giornali, imboccati dai politici. Le propiniamo perché pensiamo che i lettori siano cretini. Ma i lettori non sono cretini, al massimo sono disattenti. E dunque il nostro dovere sarebbe quello di suscitare il loro interesse dicendo che cosa succederà a loro, quale sarà il loro interesse. E magari dire che mentre tutti sono attenti a che cosa fa Israele e Hamas sta passando sotto silenzio una finanziaria che toccherà le loro tasche, e i loro interessi. Perché ricordatevi, la guerra può anche essere una potentissima arma di distrazione di massa. Mentre tutti parlano di un morto lontano, altri badano agli affari vicini…

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