Di Fabio Massa
Si è scatenata una bagarre sulla giudice che ha di fatto demolito il decreto Cutro sui migranti. La giudice Iolanda Apostolico è al centro di una bufera perché avrebbe messo un like e avrebbe partecipato a una manifestazione per far sbarcare i profughi della Diciotti. Le due tesi sono semplici: da una parte c’è chi dice che il giudice può esprimere le sue opinioni e quindi che la Apostolico è sicuramente nel pieno diritto di fare quel che vuole e poi emettere sentenze che abbiano anche un effetto diciamo così “politico”. Dall’altra parte c’è chi dice che un giudice deve essere terzo, e che per essere terzo non deve in alcun modo esprimere alcuna opinione. E’ un problema non risolvibile se non andando a vedere la situazione nel suo insieme. Un esempio: un giornalista che dovrebbe essere un imparziale osservatore della realtà può avere una collocazione politica? Sicuramente sì, è ammesso. E nessuno si scandalizza. Il presidente di una istituzione pubblica, che dovrebbe essere al servizio di tutti i cittadini, può avere una collocazione politica? Sicuramente sì, è ammesso. Quindi, anche un giudice può averla. Il problema non sta nel fatto che là Apostolico possa avere una opinione politica, e che la esprima. Sta nel fatto che quando il giornalista scrive qualcosa, questo non fa giurisprudenza. Quando il presidente di una società prende una decisione, questa sua decisione non fa giurisprudenza per le altre società. Invece le sentenze dei giudici fanno giurisprudenza. E questa cosa produce il marasma in cui ci dibattiamo oggi, in cui ci sono sentenze a favore o contro. E infatti Firenze subito ha preso la sentenza della Apostolico e ha liberato altri migranti. La verità è che quando si consente alle sentenze di avere valore giurisprudenziale, laddove dovrebbero essere le leggi a normare tutto, si consegna loro un potere inaudito. Hanno il potere di fare quel che dovrebbe la politica, ovvero le leggi. E questo potere è troppo, se associato al legittimo diritto di avere una opinione. Dunque, delle due l’una: o i giudici hanno il potere di fare giurisprudenza, o hanno il diritto di esprimere la loro linea politica. La somma di tutte e due li rende esseri intoccabili e decisamente troppo potenti.