Di Fabio Massa
Il consiglio del municipio 1, ovvero il centro di Milano, ha deciso – per quanto possa valere il suo parere – che all’interno della zona denominata Area C, accessibile solo a pagamento, non dovrebbero entrare più le auto dei non residenti. Attenzione! Non dice di fare una grande isola pedonale. O di limitare l’accesso. Dice apertis verbis che vuole chiudere ai non residenti. Questa proposta è stata avanzata e difesa dal centrosinistra che governa il municipio 1, e in particolare oggi sul Corriere della Sera da Lorenzo Pacini. Giovane majoriniano di indubbio talento e simpatia, ma che su questa cosa – opinione personale – ha detto qualcosa di talmente grave da ipotizzare che non se ne sia neppure reso conto. E allora proviamo a spiegarglielo, con calma. La città non è dei residenti di quella zona. La città è di tutti. E non di tutti i milanesi, ma di tutti gli italiani, che possono entrarvi. A voler essere inclusivi possiamo dire che ci vantiamo di essere una città del mondo, ma non ci spingiamo a tanto. Se vuole che i residenti vivano in una loro bolla se ne può andare a predicare l’ideologia woke a San Francisco. Altro problemino. Se impedisci alle auto di entrare in area C, non hai più introiti da area C. E visto che gli introiti da area C servono per il trasporto pubblico (finiscono tutti sui trasporti, infatti), vuol dire che di fatto levando area c danneggi il trasporto pubblico. Infine: area C non serve a niente per l’inquinamento, al netto di tutte le favole raccontate. Tanto che è una congestion charge, e non una pollution charge. Dunque non c’è neppure una vocazione ambientalista. Diciamolo chiaro e tondo: quello che ha votato il consiglio del municipio 1 è una cosa di ricchi per ricchi, di gente che pensa di possedere qualcosa solo perché le loro case costano dai 5mila euro in su al metro quadro. Peccato che la dignità, della quale tutti i milanesi sono ricchi, anche quelli dello Stadera, anche quelli del Giambellino, anche quelli di Palmanova, non si compri con il denaro.