Esselunga, dai un premio alla tua agenzia

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Di Fabio Massa
La solita azzuffata sul nulla. C’è una vasta polemica sullo spot di Esselunga che fa felici solo i pubblicitari di Esselunga. Fossi nell’agenzia che l’ha elaborata, chiederei un premio di produzione alla nota catena di distribuzione. La storia è semplice. C’è una pubblicità nella quale si vede una bambina che scappa dalla mamma nelle corsie del supermarket (ordinatissime, pulitissime e senza troppa gente). Pochi secondi e la genitrice la ritrova con una pesca in mano. Gliela compra. Lei la mette nello zainetto. Poi ci sono un po’ di scene nella quale la bimba è un po’ triste ma la mamma è premurosa e la fa ridere. Una famiglia felice. Il papà citofona e passa a prenderla. Si capisce allora che si tratta di una figlia di genitori separati. La bimba tira fuori la pesca dallo zainetto e la dà a papà dicendo che è da parte di mamma. Un tentativo di riconciliare, ovviamente. Il papà la prende e dice che telefonerà alla mamma per ringraziarla, così come fa una persona educata. Fine dello spot. Ora, a sinistra si sono premurati di dire che era una pubblicità sulla famiglia tradizionale, fascismo fascismo! e tutte quelle balle là. A destra hanno subito detto che è bellissimo, senza dire che aiuta la narrazione sulla famiglia tradizionale ma la sintesi è quella: dimmi una cosa senza dirmela. In effetti è uno spot che racconta una cosa che gli adulti accettano serenamente ma non senza sofferenza, ovvero la separazione, e che i bambini non capisco praticamente mai: il motivo per cui mamma e papà non stanno insieme. Su questo non ci possono essere incertezze: per i bimbi è una sofferenza vedere i genitori divisi. Questo vuol dire colpevolizzare? No, è il loro punto di vista. Se invece di intervistare mille genitori che dicono che i bimbi sono più contenti così facessimo un sondaggio secco sui bambini con una domanda precisa: “Preferiresti che i tuoi genitori vivessero insieme felici e contenti oppure no?”, i risultati direbbero una cosa sola. Poi è chiaro che se si sono separati non erano né felici né contenti, ma questo attiene alle vite dei genitori, non a quella ideale che vorrebbero avere i figli. Come al solito, se invece di essere centrati su noi stessi, adulti con le nostre fragilità e le nostre vite contorte, fossimo aperti ai bisogni dei figli, capiremmo non che la separazione non va fatta, ma che uno spot del genere non fa altro che raccontare uno stato d’animo perfettamente normale nei nostri piccoli.

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