Si sa, di questi tempi aumenta tutto. La spesa al supermercato, la benzina che torna a 2 euro al litro, le utenze domestiche fino agli astucci e le cartelle per la scuola. L’ 1 di settembre anche Trenord, il principale vettore lombardo su strada ferrata, aveva ritoccato i propri listini, ovviamente al rialzo. In un recente articolo si evidenziava che, nonostante le lacune, treni soppressi e disservizi all’ordine del giorno, il costo del servizio ferroviario sarebbe aumentato in media del 4%. Oggi i consiglieri lombardi del PD hanno depositato un’interrogazione per conoscere i motivi per cui il direttore generale di FNM Marco Piuri, che è anche amministratore delegato di Trenord, abbia ricevuto un aumento dei propri compensi pari al 20%.
La retribuzione del manager, secondo la relazione di FNM pubblicata sul sito dell’azienda (qui), per il 2022 è stata di 627mila euro, di cui 212mila dovuta al raggiungimento di alcuni obiettivi, il più importante dei quali è un valore target dell’EBITDA, cioè un indicatore che misura l’utile di impresa al netto di tasse, interessi, ammortamenti e svalutazioni. La retribuzione dell’anno precedente era pari a 568mila euro, dunque l’aumento è di 60mila euro in un solo anno. Tutto questo mentre l’azienda accumula ritardi costanti, tanto da far scattare il bonus 160 volte nel 2022 (dato fornito dal Pd e contestato da Trenord, che ne ha calcolati 145, comunque tanti) e quasi un’ottantina di soppressioni giornaliere in media.
L’interrogazione, rivolta agli assessori Marco Alparone, Bilancio e Partecipate, e Franco Lucente, Trasporti, mira a sapere se la giunta regionale sia stata messa a conoscenza di questo aumento e se abbia una posizione al riguardo (visto che Regione Lombardia è socio di maggioranza con quasi il 58% delle azioni del gruppo FNM Spa). Inoltre il gruppo consigliare lombardo del PD chiede alla giunta regionale se ritenga opportuno che la parte variabile della retribuzione si basi esclusivamente su indicatori finanziari e non sul raggiungimento di obiettivi di reale miglioramento del servizio per gli utenti e i pendolari. “Questa Regione ci ha abituati a tutto, ma ora stiamo esagerando. Siamo in tempi di crisi, ai pendolari la Regione impone l’aumento di biglietti e abbonamenti, ma intanto viene aumentata la retribuzione di quasi il 20 per cento ai manager. Non c’è rispetto dei pendolari, anzi, di tutti i cittadini lombardi. Capirei se il servizio ferroviario fosse migliorato in modo sostanziale, ma non è accaduto” sono le parole di Gian Mario Fragomeli, capodelegazione del PD in commissione bilancio e primo firmatario della interrogazione .