Santanchè, i pm chiedono il fallimento di Ki Group e Bioera

Depositata l'istanza di liquidazione giudiziale di tutto il gruppo che vedeva ai vertici l'attuale ministro del Turismo di FdI. Per i pm milanesi il piano di salvataggio non è fattibile.

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Daniela Santanchè

Per la Procura di Milano il piano di concordato semplificato proposto da Ki Group srl, società in cui il ministro del Turismo Daniela Santanchè in passato è stata nel board e ha avuto alcune quote, non è fattibile. Per questo i pm milanesi Maria Gravina e Luigi Luzi hanno depositato stamane al Tribunale fallimentare la richiesta di inammissibilità dello stesso concordato semplificato e al contempo presenteranno con “separato atto” l’istanza di liquidazione giudiziale di tutto il gruppo che comprende Ki Group srl, Ki Group Holding spa e Bioera spa. Il piano di concordato semplificato proposto da Ki Group, “tramite la promessa di impegno economico presentato da Bioera spa, società in evidente stato di insolvenza, non permette il raggiungimento insito nello scopo insito nella procedura (…), ovvero quello di garantire non soltanto una semplice dismissione del compendio aziendale, quanto il mantenimento dell’unità operativa in capo ad altri (una sorta di continuità aziendale indiretta) volta a valorizzare, nel breve periodo, i complessi aziendali per una più proficua loro cessione al fine di ottenere liquidità per soddisfare i creditori”. E’ un passaggio del documento con cui la Procura di Milano chiede al Tribunale fallimentare di valutare l’inammissibilità del concordato semplificato. Bioera, rilevano i pm, essendo in una situazione di criticità, “non si vede (…) come possa farsi carico del peso economico del piano proposto da Ki Group srl, ed adempiere alle obbligazioni assunte, per le quali non vi è, infatti, alcuna concreta garanzia ma solo un atto di fede”. Per tanto i due pm concludono “rilevando la manifesta inattitudine” e “la non fattibilità” del piano di concordato semplificato “con riguardo alle garanzie offerte per assicurare la liquidazione, in palese danno ed in frode ai creditori con conseguente pregiudizio, aggravato, inoltre, dalla mancata comunicazione agli organi della procedura di importanti informazioni” in merito sia alle “integrazioni richieste dal Tribunale” sia “alle reali condizioni attinenti lo stato di salute economico-finanziario della società Bioera spa”.

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