Peste suina: abbattuti i maiali del rifugio Cuori Liberi

Gli animalisti da giorni asserragliati per impedire l'abbattimenti da parte dei veterinari dell'Ats sono stati sgomberati con la forza dalla Polizia.

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Tensione a Zinasco

E’ stato sgomberato il rifugio di Zinasco (Pv) “Progetto Cuori Liberi”, dove da alcuni giorni diversi animalisti erano a guardia di dieci maiali per evitare che venissero abbattuti in seguito all’allarme per la peste suina. Polizia e carabinieri, giunti sul posto con una decina di camionette e diverse auto, in assetto anti-sommossa, hanno sgomberato il presidio, consentendo che venisse eseguita l’ordinanza di Ats Pavia. Un’azione che si è svolta in un clima di grande tensione. Durante le cariche delle forze dell’ordine, tre attivisti sono rimasti feriti: gli operatori del 118 li hanno medicati sul posto. Una volta tolto il picchetto, i veterinari dell’Ats sono potuti entrare. Uno dei maiali era già morto, probabilmente a causa della peste suina, agli altri è stata fatta una iniezione letale. L’Ats ha spiegato che sono stati soppressi “i pochi suini ancora presenti nel focolaio di peste suina africana diagnosticato ai primi di settembre” nel rifugio. La peste “ha colpito quaranta suini presenti presso l’associazione, di cui gran parte già deceduti nei giorni scorsi” e che “il virus colpisce suini e cinghiali ed è molto resistente nell’ambiente. L’uomo può diventare un veicolo di trasmissione e diffondere l’infezione nel territorio se non vengono rispettare rigorose norme di biosicurezza (come il cambio di abbigliamento e calzature in entrata-uscita da allevamenti e zone a rischio). Per questo motivo nel Pavese da metà agosto sono stati abbattuto oltre 33 mila maiali in otto diversi focolai. “Avevamo dichiarato che avremmo fatto tutto il possibile per impedire questo inutile massacro, abbiamo resistito il più possibile anche se sapevamo di essere in minoranza”, ha dichiarato uno degli attivisti che era al rifugio questa mattina. “Già da ieri – ha aggiunto – i controlli delle volanti e dei droni della polizia si erano intensificati lasciandoci supporre uno sgombero imminente. Ci siamo quindi organizzati richiamando quanta più gente possibile sia come testimoni, sia per cercare di impedire ai veterinari di entrare. Lo consideriamo un nostro preciso dovere e un atto dovuto verso degli animali che sono stati sottratti allo sfruttamento per vivere liberi e in salute e perché non possiamo permettere che questo avvenga un domani in altri rifugi, il cui status protegge e tutela gli animali ospiti”. “I dieci animali, se tenuti in vita, sarebbero stati il simbolo del riscatto del lato umano che dovrebbe guidare leggi, regolamenti, ordinanze», commenta l’associazione animalista Oipa – invece sono entrati ignorando le richieste degli attivisti e delle associazioni per la tutela degli animali. In definitiva, di fronte a dieci animali perfettamente isolati, non destinati alla filiera alimentare, alcuni sani, altri portatori sani di Psa, si è preferito trattarli, come sempre, come oggetti, merce”. “Nella sola provincia di Pavia, dove si trova il santuario, sono stati abbattuti a oggi circa 34 mila maiali. Queste le dimensioni più generali di un’ecatombe dettata dall’esistenza di allevamenti, intensivi e non, di animali considerati come mera fonte di reddito. Una volta di più si conferma come la vera scelta a monte in grado di scongiurare tali disastri sia quella di non alimentarsi più di esseri senzienti.”

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