Scoppia la guerra dei dehors

Dopo il 'si' di Sala a un'ordinanza per la chiusura anticipata delle aree esterne dei locali nelle zone della movida, sollecitata dai comitati dei residenti, arrivano i primi 'no' dalle associazioni di categoria. Parla di vero e proprio attacco il portavoce dei locali del Rainbow District di Porta Venezia.

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Un locale della 'zona arcobaleno' di Milano

Dopo la richiesta dei comitati dei residenti esasperati dalla movida in diverse zone di Milano di fare qualcosa e la risposta positiva del sindaco Sala che ha annunciato, come primo provvedimento, un’ordinanza per chiudere alle 24 i dehors dei locali, arrivano i primi no delle associazioni dei gestori dei locali. I primi a dire no sono stati gli aderenti di Epam, l’associazione dei gestori dei pubblici esercizi di Confcommercio, secondo i quali i dehors “sono garanzia di una movida ordinata perché ci sono consumatori che sono clienti di un locale e quindi il gestore può controllarli più facilmente mentre è chiaro che le persone in mezzo alla strada non sono clienti di nessuno”. Oggi interviene l’Associazione Commercianti Porta Venezia Milano Rainbow District, che raccoglie i locali ‘arcobaleno” della zona. “Le chiusure dei dehors dei locali non rappresenterebbero una soluzione efficace per migliorare la sicurezza dei cittadini. In questo momento la politica dimostra la sua incapacità di non saper gestire criminalità e degrado, non riuscendo ad avere una visione virtuosa e collaborativa, spostando l’attenzione dal reale carnefice e non concentrandosi sulla vittima, ruolo che purtroppo ricopriamo anche noi danneggiati inesorabilmente dalla mala movida e dai continui disordini che mettono a rischio la nostra attività quotidiana e l’immagine del quartiere”. Così Paolo Sassi, presidente dell’associazione, commenta le recenti dichiarazioni del sindaco Giuseppe Sala. “Si tratta d un attacco particolarmente sentito dai locali aderenti all’Associazione, gestiti nel rispetto delle regole e delle normative vigenti, che rappresentano un importante presidio positivo nel tessuto urbano 365 giorni l’anno, impedendo a molti giovani di riversarsi per le strade e piazze della città in cerca di svago. Consumare un cocktail al tavolo nei dehors non crea disagio ai residenti quando vengono rispettate le regole e gli orari stabiliti. Il problema principale che devono affrontare gli stessi esercenti, e che andrebbe sottolineato e rimarcato, riguarda infatti coloro che stazionano per le strade causando disturbo e disagio ai residenti e al pubblico. – spiega Sassi – È fondamentale distinguere tra le attività legali e i comportamenti che disturbano la quiete pubblica, prevedendo azioni mirate per affrontare quest’ultima problematica investendo sulla sicurezza e tutela del bene pubblico; questione già emersa dopo gli episodi di violenza dei mesi scorsi che l’Associazione aveva segnalato con una lettera di estrema urgenza al Comune, alla Prefettura e alla Questura di Milano evidenziando la complessa situazione che in questi ultimi anni si è creata attorno al quadrilatero del Lazzaretto e per la quale resta ancora in attesa di ricevere riscontro. Invece di limitare le opportunità di svago per le persone, l’Associazione  vuole lavorare insieme alle autorità locali per sviluppare strategie di gestione del disturbo pubblico e dell’ordine nelle strade, coinvolgendo attivamente la comunità locale”.

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