Di Fabio Massa
Sulle agenzie di stampa ci sono centinaia di dichiarazioni da parte di Giorgia Meloni e relative risposte da parte dei partiti del centrosinistra. La presidente del consiglio, all’assemblea del suo partito, ha attaccato frontalmente il Pd su tutta una serie di cose. Tra queste, anche il famoso superbuco 110 per cento. Stamattina, intanto, moltissimi genitori si sono radunati davanti alle scuole per accompagnare i figli al primo giorno di scuola. In molti casi sono entrati nelle strutture per il discorso del preside e degli insegnanti, specialmente all’inizio dei cicli di studi (elementari o media). Che cosa c’entrano le due cose, ovvero il 110 per cento e Meloni, e dall’altra parte i genitori nelle strutture scolastiche? C’entrano eccome. Perché nella stragrande maggioranza dei casi quei genitori, mentre la politica litiga, sono entrati in strutture che se fossero locali pubblici di proprietà privata (bar, palestre, centri di vario tipo), sarebbero già arrivate le forze dell’ordine per mettere i sigilli e levare l’agibilità. Tetti che d’inverno gocciolano, palestre con spuntoni di vario tipo a bordo campo, pali a ridosso del campo di pallacanestro o di pallavolo, impianti elettrici con i fili che corrono lungo i muri senza neanche un tubetto a proteggerli, muri scrostati, gradini traballanti. E’ un miracolo, o forse è la conferma che i giovani sono assai più resistenti degli adulti, che non ci sia un morto a settimana nelle strutture scolastiche di tutta Italia. In tutto questo la politica ha buttato 140 miliardi di euro per rifare un po’ di villette e un po’ di condomini. E oggi la politica litiga per capire di chi è la colpa, quando peraltro è chiarissimo: di chi il superbonus se lo è inventato (Conte) e di chi l’ha prorogato (Draghi). Ora, se invece di continuare in questo balletto, si lavorasse per magari usare i fondi del PNRR, sarebbe la cosa migliore. Altrimenti tra cinque anni il prossimo governo spenderà centinaia di agenzie di stampa per spiegare che il governo attuale ha sbagliato a buttare via l’occasione eccetera eccetera, e siamo al punto di partenza.