Atm cerca 300 conducenti ma trovarli è sempre più difficile. Tra caro affitti, stipendi non proprio allettanti del contratto nazionale e l’allarme sicurezza per i numerosi episodi che si verificano sui mezzi, non c’è certo la fila per farsi assumere dalla municipalizzata del Comune di Milano, che da mesi continua ad appendere alle pensiline delle fermate foto di autisti dall’aria raggiante sotto slogan tipo “lavora con noi”. L’azienda ora prova a offrire alcuni incentivi, nella speranza che si facciano avanti più candidati, come la possibilità di conseguire gratuitamente la patente D insieme alla Carta di Qualificazione del Conducente e l’opportunità di ottenere un contributo-casa ma solo per i primi mesi di affitto dei neo-conducenti. Atm finanzierà il costo del corso (in media pari a 2.500 euro a persona) per 150 candidati in scuole convenzionate e darà un contributo di 1.500 euro ai candidati che conseguiranno i titoli presso scuole guida non convenzionate. Una novità che Atm presenta con toni da grande trovata di welfare aziendale quando invece, tanto per fare un esempio, Trenord prevede già un anno di formazione per i nuovi macchinisti. E senza tante fanfare. Per quanto riguarda il contributo per la casa saranno erogati fondi per i primi mesi di affitto dei neo-conducenti: 33 voucher – spiega una nota dell’azienda – dal valore di 3000 euro lordi erogabili in busta paga in importi rateizzati. Con i costi che ci sono a Milano si tratta più che altro di briciole. E a certe condizioni; possono richiederli tutti i candidati conducenti già in possesso delle patenti e che abbiano superato l’iter di selezione e i neo-conducenti entro 3 mesi dalla data di assunzione, residenti fuori dall’area Metropolitana di Milano e con un contratto di locazione della durata minima di sei mesi con decorrenza successiva alla candidatura. Il contributo viene assegnato tramite graduatoria. Ma quanto guadagna un autista? La paga – ci spiega un dipendente Atm con diversi anni di esperienza alla guida dei bus cittadini – è, da contratto nazionale, meno di 1.300 euro al mese. L’azienda – aggiunge – ci carica di straordinari e gli autisti che ne fanno il più possibile arrivano a 1.800 euro al mese ma gli orari cambiano in continuazione e la città, con tutte quelle ore al volante, ti massacra. Poi devi avere un’auto o un mezzo tuo per gli spostamenti casa-lavoro, e l’auto deve essere abbastanza nuova se no con Area B e C hai pure limitazioni – prosegue – poi pretendono la perfezione e sono pure capaci di punirti se non hai le scarpe nere. E certo non te le danno loro. Così ultimamente se ne stanno andando anche autisti con 25 anni di servizio perché scoppiano”. Tra l’altro chi è in possesso di quelle patenti e abilitazioni nel settore privato guadagna molto di più. “Anche per arrivare ad avere una casa aziendale – racconta l’autista – bisogna attendere anni e non le danno mica a tutti”. Insomma bisogna fare bene i conti prima di credere ai manifestini con i conducenti felici e all’ambiente “dinamico e inclusivo” di cui parla Atm quando diffonde note entusiastiche per la sua ricerca di personale.