In due ammettono la rapina a Sainz ma negano di aver pianificato il colpo

Due dei tre giovani marocchini arrestati per aver strappato dal polso il costosissimo orologio del campione di F1 a Milano ammettono le responsabilità ma negano di aver pianificato l'azione come invece sostiene la pm.

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Hanno ammesso di aver strappato dal polso l’orologio di lusso al campione di F1 Carlos Sainz affermando che la rapina è stata improvvisata e non pianificata due dei tre giovani, originari del Marocco, arrestati ieri in piano centro a Milano e interrogati nel pomeriggio dalla gip Sofia Fioretta. Il terzo ragazzo, che inizialmente è stato identificato come 18enne, è risultato essere 16enne e quindi verrà scarcerato e trasferito in un Cpa. I due maggiorenni, invece, durante l’esame, non sono andati oltre le ammissioni degli addebiti: non hanno fornito alcuna indicazione o indizio in merito all’ipotesi di una ‘regia’ dietro la rapina di ieri così come dietro ‘colpi’ simili in cui il bottino sono orologi di lusso. La giudice si è riservata di decidere sulla richiesta di convalida dell’arresto e di custodia cautelare in carcere avanzata dal pm Silvia Bonardi. Il provvedimento, che pare scontato, è atteso per domani. Che si sia trattato di una rapina pianificata è l’ipotesi della stessa pm Bonardi: “Le circostanze e modalità della rapina, la ‘scelta’ della vittima e, soprattutto, il valore, non comune, dell’orologio da polso – scrive il pm – sono indicativi di una pianificazione del colpo”.

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