I vigili del fuoco lavorano in situazioni pericolose, per soccorrere e mettere in sicurezza le persone: hanno in dotazione solo due divise e spesso, tra un intervento e l’altro, non riescono a mettere quella pulita o magari quel dispositivo di protezione individuale (Dpi) non c’è proprio, perché ancora in lavanderia, spiega un comunicato del sindacato. “Così, senza la decontaminazione, le particelle tossiche che restano sulle divise dopo gli interventi vengono assorbite dalla pelle dei vigili del fuoco facendoli ammalare e, nei casi più gravi, morire”, afferma la Fp Cgil lombarda che con la campagna ‘Particella pazza’, sta denunciando la questione “in totale solitudine da tempo”. “Nell’ultimo anno ci sono stati diversi decessi. Anche in Lombardia, come nel resto d’Italia, abbiamo chiesto alla Direzione regionale di istituire un tavolo permanente di lavoro per fare un censimento sia delle lavoratrici e lavoratori che si sono ammalati sia di quelli morti per il lavoro, in modo da avere il quadro preciso di una situazione seria, e per provare decisamente a cambiarla e ad agire la prevenzione”, commenta Michele Giacalone, coordinatore Fp Cgil VVF Lombardia. “Aprire un tavolo permanente di monitoraggio e lavoro con la Direzione regionale è urgente: servono i dati, verificarne l’andamento e, di volta in volta, mettere in atto le misure necessarie. Gli studi che abbiamo a disposizione oggi dimostrano che l’errata decontaminazione delle attrezzature, del vestiario e dei Dpi comporta l’inalazione di polveri e particelle tossiche. Le ‘particelle pazze’ uccidono, la salvaguardia dell’incolumità e dei diritti dei vigili del fuoco deve essere considerata un dovere imprescindibile dallo Stato”, aggiunge Dino Pusceddu, segretario Fp Cgil Lombardia.
Sindacati, i vigli del fuoco ed i rischi per le “particelle pazze”
Tra i vigili del fuoco sarebbero "in aumento tumori e decessi" e la Fp Cgil Lombardia chiede un tavolo regionale permanente di lavoro per proteggerli dalle 'particelle pazze'.