Danni per il maltempo, Legambiente: “I ristori non bastano, bisogna prevenire”

Le città e i territori lombardi devono essere messi in sicurezza e sostenuti per migliorare la loro capacità di resistere agli eventi estremi; arrivare ex-post per constatare e riparare i danni non basta più, sottolinea Legambiente.

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Milano, Como, Brescia, Luino, Gessate, Lissone, Cremona, Varese, Monza, Seregno, Busto Arsizio, la lista può continuare: sono le località lombarde dove nelle ultime settimane si è abbattuta la furia degli eventi meteorologici estremi. Grandine, vento, pioggia; crolli, abbattimenti, allagamenti.
“Inutile dare la colpa a un clima impazzito, se siamo noi ad essere meno saggi di ciò che questa difficile congiuntura richiederebbe. Ci vogliono nuove strategie e investimenti slegati dalle emergenze” osserva Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “Un aumento di questi fenomeni nella regione più popolosa e attiva d’Italia disegnano una catastrofe ricorrente, sarebbe forse meglio dire permanente: tra la siccità registrata l’anno scorso e gli eventi estremi di questo ultimo mese c’è una correlazione strettissima. O ci si adatta al cambiamento climatico o saremo destinati ad avere sempre più danni, non solo materiali. Il nostro pensiero e la nostra vicinanza va alle famiglie delle vittime di questi due giorni. Prevenzione ed adattamento salvano anche vite umane”.

Calamità come queste sono sempre più frequenti, al punto da far pensare che il nesso causa-effetto tra distruzione e ristoro, uno strumento necessario ai cittadini danneggiati che in mancanza di politiche strutturate di mitigazione e adattamento rischia però di essere inefficace. È necessaria una strategia di intervento permanente, perché linee guida e piani, soprattutto se non accompagnate da investimenti e azioni, non sono in grado di rispondere alla vulnerabilità di fronte alla crisi climatica dei sistemi socioeconomici della regione.

Il “Documento di azione regionale per l’adattamento al cambiamento climatico della Lombardia” (2016), a sua volta derivato dalla Strategia Regionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (2015) sono stati concepiti in anni nei quali gli eventi estremi avevano una frequenza molto bassa, circa sei volte in meno rispetto allo scorso 2022.
Le città e i territori lombardi devono essere messi in sicurezza e sostenuti per migliorare la loro capacità di resistere a questa crescita esponenziale; arrivare ex-post per constatare e riparare i danni non basta più, sottolinea Legambiente.
In attesa dell’approvazione in via definitiva del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (al momento fermo dopo la fase di VAS, Valutazione ambientale strategica) e della legge sul consumo di suolo, attesa da più di undici anni, la Lombardia può e deve fare di più per dimostrare di proteggere l’ambiente e l’economia, dando priorità alla crisi climatica, evitando di nascondersi dietro i dati economici che, proprio per l’effetto degli eventi estremi, potrebbero andare in crisi.
“Il cambiamento climatico non è il titolo di un libro! È una realtà che ha bisogno di strategie per essere affrontata, salvando l’ambiente e le persone. Depavimentare, ricreare lo spazio pubblico urbano più verde, abbassare il livello di emissioni in atmosfera, mettere in sicurezza il territorio prevenendo il rischio idrogeologico, fare una corretta manutenzione al patrimonio arboreo cittadino, adeguare il sistema fognario, sono tutte azioni che possono rendere meno complicato il passaggio di eventi estremi nel nostro territorio. E invece cosa si fa?” conclude Meggetto “si pagano i danni e si continua come prima”.

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