A Milano i non residenti in Lombardia pagano la Guardia Medica

La visita alla guardia medica costerà 20 euro per chi non è residente in Lombardia. Sale a 35 euro per un controllo a domicilio. I pazienti dovranno pagare direttamente al medico che li visiterà, tramite pos.

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La visita alla guardia medica da oggi costerà 20 euro per chi lavora, studia o è in vacanza a Milano ma non è residente in Lombardia. Se poi si chiama il dottore per un controllo a domicilio, la tariffa sale a 35 euro. I pazienti dovranno pagare direttamente al medico che li visiterà, tramite pos. La notizia è riportata dal ‘Corriere della Sera’ e, per i sindacati, si tratta di una vittoria attesa da anni. “L’accordo collettivo nazionale del 2005 — ricorda Giovanni Campolongo della sigla Snami — prevede che la continuità assistenziale sia rivolta a chi abita nell’ambito territoriale afferente alla sede di servizio“. Da qui la richiesta di un compenso extra per curare i pazienti iscritti al servizio sanitario di un’altra regione o senza iscrizione. Sembra quindi concludersi una vicenda tortuosa – ripercorre il quotidiano – cominciata anni fa quando Regione Lombardia e i sindacati dei medici decisero di evitare il pagamento delle visite dei cittadini non residenti ed eliminarono i compensi extra. Per contro, fu aumentata di un euro la tariffa oraria versata a tutti i dottori della continuità assistenziale ma la Corte dei conti ritenne “ingiustificato” quell’euro in più, visto che l’accordo collettivo nazionale del 2005 prevede già una “indennità onnicomprensiva” per i medici. Nel 2019 l’accordo viene sospeso e i medici iniziano a visitare i non lombardi gratuitamente. Nel 2022, il nuovo accordo nazionale riporta esplicitamente la tariffa extra per i pazienti fuori regione. E su questa base poggia la nuova norma che scatta oggi nel Milanese ed è in vigore in altre Ats. “Questa è una decisione che va ben oltre Regione Lombardia. Sapete che questo è un accordo che è stato raggiunto a livello sindacale, noi rispettiamo le decisioni che prendono i sindacati con le categorie professionali e non possiamo fare altro che adeguarci“. Questo il commento dell’assessore al Welfare di Regione Lombardia Guido Bertolaso, a margine di una conferenza stampa a Palazzo Lombardia.

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