Omicidio Attanasio, le associazioni chiedono al governo di costituirsi parte civile

Venerdì, giorno dell'udienza preliminare del processo per l'omicidio dell'ambasciatore Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e dell'autista Mustapha Milambo, si terrà un presidio a Limbiate e una manifestazione a Roma.

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Una manifestazione a Limbiate e un presidio a Roma davanti al tribunale dove si svolge l’udienza del processo per l’omicidio di Luca Attanasio. E’ quanto ha organizzato l’associazione Amici di Luca Attanasio insieme a tante altre associazioni e realtà del territorio per venerdì mattina alle 10, nel giorno dell’udienza preliminare  del processo per il triplice omicidio in Congo del diplomatico originario di Limbiate (MB), del carabiniere Vittorio Iacovacci  e dell’autista del Pam Mustapha Milambo.   “Siamo convinti che mobilitarci in modo pacifico ma determinato come società civile sia il modo migliore per tenere alta l’attenzione sul processo e poter ricevere l’adeguato supporto da parte delle Istituzioni” spiegano gli organizzatori. “Il processo in Congo per l’omicidio di Luca, Vittorio e Mustapha si è concluso in aprile con la condanna a morte di cinque persone, come esecutori materiali dell’omicidio, condanna a morte rispetto alla quale l’associazione ha espresso la ferma contrarietà per bocca di Salvatore Attanasio, nostro vicepresidente. La condanna è stata convertita in ergastolo a seguito delle pressioni ricevute da molte parti” si legge in un comunicato diffuso dall’associazione. “Nel frattempo si svolge in Italia il processo che vede imputati i due funzionari del Programma Alimentare Mondiale (PAM) che avrebbero dovuto organizzare una adeguata scorta per la trasferta di Luca nel Nord Kivu. Si tratta di un processo complesso, che coinvolge il nostro Paese e il PAM, una istituzione internazionale. Luca e Vittorio erano due rappresentanti dello Stato ai massimi livelli, che hanno perso la loro vita durante lo svolgimento delle loro mansioni. Per questo, in vista della seconda udienza preliminare abbiamo sollecitato le massime cariche dello Stato (Presidenza della Repubblica e Presidenza del Consiglio) a non lasciare sola la Procura di Roma, e costituirsi invece parte civile, dando così un segno dell’importanza di questo processo per la cittadinanza intera. Quell’appello è stato per ora inascoltato, e la terza udienza preliminare, che si terrà il 7 Luglio, rappresenta probabilmente l’ultima opportunità perché il nostro Paese si impegni nel processo volto a stabilire le responsabilità per il triplice omicidio”.

 

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