Nelle zone più critiche della movida il Comune di Milano punta a regolamentare e limitare gli orari di apertura dei dehors e delle occupazioni esterne dei locali e potrà emanare ordinanze che impediscono l’uso del vetro strutturali e non solo a durata di 30 giorni. Sono alcuni dei provvedimenti contenuti nella delibera votata dalla giunta. Con una modifica del Regolamento di Polizia urbana “le ordinanze sul vetro non saranno più limitate – ha spiegato l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli – ma potremo definire un periodo che potrebbe arrivare, facendo un esempio, a 12 mesi o a 8 mesi. Lo vedremo. Ormai la città vive molto all’aperto anche nei mesi non tradizionali. Lo strutturale evita di dovere intervenire di mese in mese”. Ci sarà poi una regolamentazione sugli orari nei dehors, con una limitazione degli orari non generalizzata ma mirata per quelle situazioni che creano maggiore criticità. L’individuazione delle aree critiche della movida in città “è stata già fatta. – ha spiegato l’assessora allo Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro Alessia Cappello -. Quello che dobbiamo affinare solo le specifiche caratteristiche e i singoli punti, perché le zone della movida non sono tutte uguali”. C’è poi il tema delle sanzioni accessorie che potranno essere messe in campo già questa estate. “Se una attività gestisce male il dehors e lo fa più grande del previsto ad esempio – ha spiegato Granelli – o se non rispetta gli orari ci sono delle sanzioni economiche accessorie e possiamo incidere sulla sospensione per alcuni giorni, ed essere più efficaci”.
“Il tema della movida va affrontato in modo strutturale e l’idea di portare un regolamento che disciplini le autorizzazioni andava fatto 15 anni fa. È da apprezzare però il fatto che si voglia disciplinare questa cosa per il futuro”. Così il segretario generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, Marco Barbieri, ha commentato i provvedimenti presentati dal Comune di Milano per regolamentare la movida selvaggia. “Il tema serio è non tanto che in via Lecco e in via Lazzaretto ci sono 5mila persone in mezzo alla strada il venerdì. Quella è una conseguenza purtroppo di un processo di liberalizzazione delle autorizzazioni, per cui in quella zona non ci devono essere 80 locali, ce ne devono esser 30 – ha proseguito -. E da qui, di conseguenza, nasce la necessità di avviare subito un iter procedurale affinchè si arrivi in Consiglio comunale con una proposta per dividere, come noi abbiamo detto, la città in tre zone: una zona rossa in cui si dica lì non si possono più aprire attività di somministrazione, una gialla con una percentuale di attività che possono essere aperte e una zona verde ‘free'”. Questo secondo Barbieri “consente anche di valorizzare una città dove non si concentri tutto al centro”. Sul tema dei dehors il fatto di averne permette un maggiore controllo, secondo la Confcommercio, “non è un elemento che crea un problema ma un valore aggiunto. Quindi bisognerebbe agevolare le occupazioni di questo tipo, agevolare la possibilità di avere un controllo degli avventori”.