Sabato 10 e domenica 11 giugno il Corriere della Sera non sarà in edicola e il sito non verrà aggiornato (dalla mezzanotte di giovedì 8 giugno fino alla mezzanotte di sabato 10 giugno) per uno sciopero di due giorni, proclamato all’unanimità il 6 giugno dall’assemblea dei giornalisti per le giornate del 9 e del 10 giugno e confermato ieri. “L’assemblea dei giornalisti del Corriere della Sera – si legge nella nota pubblicata sul giornale e sul sito – ha bocciato l’ipotesi di accordo raggiunta dal Cdr dopo una trattativa con l’azienda per portare avanti le istanze della redazione e dopo la proclamazione di due giorni di sciopero. Uno sciopero che era stato deciso all’unanimità di fronte al rinnovato e reiterato peggioramento delle relazioni sindacali. Dopo mesi di confronto, infatti, l’azienda non aveva dato risposte alle nostre istanze: il rinnovo dell’accordo di smart working, il premio di risultato e l’aggiornamento professionale, messo in discussione dopo oltre vent’anni. Il tavolo si stava chiudendo con la proroga dello smart working per 12 mesi, un premio di risultato per il 2023 e una rimodulazione dell’aggiornamento professionale. Le risposte arrivate alla fine della trattativa tra Cdr e azienda, però, non hanno convinto l’assemblea che ha deciso, nella sua sovranità, di confermare i due giorni di sciopero”. “Il Cdr – si legge ancora – ha presentato a maggioranza le dimissioni e, quindi, decade”. Questa la risposta dell’editore: “Abbiamo trattato con il Comitato di Redazione che è l’organismo delegato dall’assemblea per le relazioni sindacali. Abbiamo trovato un accordo con il Comitato di Redazione che non è stato successivamente approvato dall’assemblea. Ricordiamo che l’editoria è in un momento di grande trasformazione aggravato dall’aumento dei costi delle materie prime. In un momento come questo sarebbe fondamentale lavorare uniti con l’apporto delle migliori energie della redazione. Speriamo che i lettori capiscano la decisione assunta dall’assemblea”.
Due giorni di sciopero, il Corriere della Sera non esce sabato e domenica
I giornalisti della storica testata hanno bocciato l'ipotesi di accordo con l'editore su smart working, premi di risultato e aggiornamento professionale: "Reiterato peggioramento delle relazioni sindacali".