Si è svolta questa mattina in via Fatebenefratelli la commemorazione del cinquantesimo anniversario della strage della Questura di Milano in cui morirono quattro persone e ci furono 52 feriti a causa dello scoppio di una bomba a mano lanciata dal terrorista Gianfranco Bertoli mentre si svolgeva la cerimonia in memoria del commissario Luigi Calabresi, ucciso un anno prima. Alla deposizione delle corone hanno partecipato il questore Giuseppe Petronzi, il prefetto Renato Saccone, il procuratore capo di Milano Marcello Viola, il sindaco Giuseppe Sala, i vertici locali di Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Locale, Gemma Capra Calabresi, vedova del commissario, coi figli e i parenti delle vittime. “Oggi non è la nostra giornata ma è la giornata di queste persone che ho veramente nel cuore e a cui ho sempre pensato. È una morte assurda di persone che non c’entravano niente, innocenti. Oggi è la loro giornata e ci dedichiamo a loro. Per loro un pensiero e una preghiera”, ha detto Gemma Capra Calabresi, a margine della commemorazione. Quella della strage e dell’omicidio di Calabresi “sono due date che con l’anno si sovrappongono singolarmente e sono significativamente accomunate, il 17 maggio. Come è da tradizione e come è giusto si rinnovano la memoria e il ricordo”, ha spiegato il questore Petronzi. Tra i parenti delle vittime Vincenza Panzino, parente di Giuseppe, morto nell’attentato: “Mio zio era un maresciallo dei carabinieri in pensione e quella mattina si trovava in Questura per ritirare dei documenti. È scoppiata la bomba ed è morto, non subito ma dopo una settimana. Nelle foto che ci sono è l’uomo in ginocchio, era stato preso proprio nel petto. Era una persona intelligente e lo ricordiamo ogni anno”.
La posa delle corone e le parole del quastore Giuseppe Petronzi.