ROMA (ITALPRESS) – «Una riforma che dà stabilità al governo è la principale misura economica che si possa dare all’Italia, che negli ultimi vent’anni è cresciuta nel complesso del 4%, mentre Francia e Germania crescevano del 20%. Un divario figlio anche della fragilità e instabilità dei governi, per questo la riforma è fondamentale per il bene della nazione».
Così in una intervista al Corriere della Sera Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega all’attuazione del programma di Governo.
«Il presidente Meloni ha rilevato due grandi criticità. La prima è la totale instabilità dei nostri governi, che cambiano in media ogni due anni. E questo, per un Paese grande e potente, comporta difficoltà a stare ai tavoli internazionali. Sorprende che l’allarme abbiamo dovuto lanciarlo noi».
«Tutte le forze condividono l’idea che l’attuale sistema istituzionale italiano non funziona, è già un enorme punto di partenza – prosegue Fazzolari – Il secondo grande problema è che governi sempre più scollegati dall’esito del voto popolare comportano una totale disaffezione dell’elettorato e quindi una delegittimazione delle istituzioni. Sul come affrontare questi problemi ci sono grandi distanze, ma tutti concordano sul fatto che il nostro sistema istituzionale sia un elemento di fragilità per il Paese». Le opposizioni chiedono che il presidente Mattarella venga tutelato. “Negli incontri è emersa una grande attenzione a non depotenziare il ruolo super partes del presidente della Repubblica. Una riforma di questo genere va vista per il futuro, è ovvio che entrerebbe in vigore solamente con la nuova legislatura. E nessuno immagina di interrompere prima della scadenza naturale il mandato di Mattarella». Sulla
bicamerale: “Valuterà Casellati insieme al premier Meloni, ma non vediamo la necessità di una bicamerale. Il dialogo sulle riforme si può portare avanti anche attraverso gli incontri con le opposizioni. Se temiamo il Referendum? Su una riforma così importante potrebbe essere opportuno far decidere gli italiani in ogni caso, se anche dovessimo ottenere la maggioranza dei due terzi in Parlamento”.
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