Lo schiaffo di Cottarelli agli elettori

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Di Fabio Massa

Carlo Cottarelli ha tirato uno schiaffo in faccia a Elly Schlein con le sue dimissioni da senatore e l’addio al Pd. Così titolano i giornali. E godono tutti quelli che non sono sinistra-sinistra, dai renziani, terzopolisti calendiani ai riformisti Pd, dai destrorsi di tradizione a quelli d’accatto, saliti sull’ultimo pullman magari dopo aver preso altre 20 linee di pensiero negli ultimi 15 anni (Cinquestelle compresi). Tutti a gioire perché Cottarelli lascia il Senato per tornare a fare il divulgatore. L’uomo è furbo, e lo ha dimostrato nella sua carriera. Giustifica la cosa dicendo che l’incarico dell’Università Cattolica è gratuito, e che a lui va bene così. Ci si consenta un po’ di scetticismo, visto il suo track record. Se non avrà altri incarichi, e avrà lasciato per questo, lo vedremo tra qualche mese. Comunque è libero di farlo. Beninteso: sempre meglio di quel che hanno fatto altri, che sono rimasti attaccati alla poltrona. Rimane il punto ineludibile. Cottarelli ha chiesto e preteso un posto in parlamento in cambio del rischio di candidarsi in Regione Lombardia a sfidare Attilio Fontana. Il suo diniego finale ha aperto le strade all’opzione Majorino e alla divaricazione con il Terzo Polo. Ma  intanto lui in Parlamento ci è andato, e occupando un posto sicuro e uno invece assai meno sicuro in un collegio, dove infatti ha perso, ma dove si sarebbe potuto far le ossa un giovane. Insomma, Cottarelli ha occupato – ingombrantissimo – un bel po’ di spazio. Lo ha fatto scientemente, perché l’uomo non è stupido. E anzi, è un cervello fino. Sono gli altri che paiono un po’ meno dotati. Perché che lui faccia il suo interesse è cosa chiara, palese e anche giustificata. Ci si aspetta che anche un partito serio faccia il suo, di interesse. E che entrambi, il partito e quello che si proclama civil servant, facciano l’interesse degli elettori. Che si trovano ad aver votato uno che dopo neanche un anno molla partito e posto per riprendere incarichi privati. Può farlo e lo fa. Se questo però è giusto, ognuno lo giudichi da sè.

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