Psichiatra uccisa, domani sera medici in piazza a Milano

L'Ordine dei medici di Milano ha organizzato una fiaccolata per mercoledì 3 maggio  alle 20 in piazza della Scala a Milano, in contemporanea all'analoga iniziativa che si terrà a Pisa e in altre città per ricordare la psichiatra Barbara Capovani, uccisa pochi giorni fa. "Impensabile rischiare la vita per salvare una vita" è lo slogan dell'iniziativa.

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L’Ordine dei medici di Milano ha organizzato una fiaccolata per domani, mercoledì 3 maggio,  alle 20 in piazza della Scala a Milano, in contemporanea all’analoga iniziativa che si terrà a Pisa e in altre città per ricordare la psichiatra Barbara Capovani, uccisa pochi giorni fa. “Impensabile rischiare la vita per salvare una vita” questo lo slogan dell’iniziativa. L’Ordine, in una nota, sottolinea “i gravi problemi, emergenti e persistenti, per i professionisti della sanità: contesti lavorativi privi di adeguata sorveglianza da parte di addetti alla sicurezza, aggravio di obblighi e oneri burocratici che costringono il medico (ospedaliero, specialista o di medicina generale) a ‘negare’ al paziente la prescrizione di alcuni farmaci e prestazioni rimborsate dal servizio sanitario nazionale per vincoli capestro, mancanza di tutele anche di natura legale da parte dello Stato. Azioni che hanno tutte, potenzialmente, una sola conseguenza: la vita messa a repentaglio, quotidianamente esposta ad aggressioni fisiche e vessazioni verbali da parte di pazienti imbufaliti e frustrati nel ritenere insoddisfatti i propri diritti alla salute. Rischi che esplodono ancor di più all’interno di dipartimenti di Salute mentale, come la cronaca ancora una volta ha mostrato”.
“Garantire ai medici e agli operatori sicurezza sul lavoro è ormai una drammatica e imprescindibile necessità – dichiara il presidente di dell’Ordine dei medici di Milano Roberto Carlo Rossi, alla vigilia dell’iniziativa, alla quale parteciperà anche la sezione lombarda della Società italiana di Psichiatria – È incredibile che si debba partire da un fatto così drammatico per tornare a chiedere di predisporre ciò che dovrebbe essere ovvio all’interno di ospedali e contesti sanitari: servizi di sorveglianza e di sicurezza che almeno fanno da deterrente al fatto che gli operatori possano correre il rischio essere malmenati, o uccisi, dai pazienti nello svolgimento del proprio lavoro”.

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