L’armocromia di Elly

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Ora c’è pure la polemica sulla “armocromia” di Elly Schlein. Funziona così quando si diventa personaggi pubblici. Prima cercano il compagno o – in questo caso – la compagna. Fanno foto, si incuriosiscono, scrivono la di lei biografia. L’hanno fatto anche del first gentleman di Giorgia Meloni. Poi cercano tutte le possibili curiosità. Come questa dell’armocromia. Ovvero di una cosa che ti fa una consulente d’immagine cercando di capire se sei “inverno”, “estate”, o roba del genere. Ovviamente la cosa incuriosisce, perché non è che Elly Schlein brilli proprio per eleganza, ma anche chissenefrega. Il sottinteso, il non detto, è sempre lo stesso: Elly Schlein è di sinistra e invece di occuparsi di cose importanti si occupa di queste cretinate. Secondo non detto: è ricca e quindi si può permettere queste cretinate. E invece tocca difendere anche la povera Elly. Perché le “armocromie” sono i tipici regali da fidanzati: costano poco e servono anche abbastanza a poco. Sono come quelli che ti regalano un messaggio plantare. Un pensiero simpatico. E per quanto riguarda la vita privata, ha ragione la compagna di Elly Schlein. Chissenefrega della compagna di Elly Schlein. Chissenefrega se è bella, brutta, alta, bassa, mora o bionda. Chi vota Elly Schlein non vota la sua famiglia, o la morosa. Questo è il mio punto di vista. Che però ha un lato indigeribile alla sinistra: vale anche per la destra. Vale anche per Berlusconi: a me non è mai importato quante donne si è portato a letto, e se le pagava con i soldi suoi o se erano innamorate. Non me ne può importare di meno. Se iniziassimo a pensare meno ai compagni, amanti e armocromie e di più a quello che fanno e dicono i politici (in questo caso, per la Schlein, un po’ di cose confuse che manco i giornalisti hanno capito), sarebbe meglio per noi e il nostro Paese.

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