Non era stata accolta nella scuola superiore che aveva scelto, perchè l’istituto non aveva nè l’ascensore nè il montacarichi funzionante. Lei, 14 anni, costretta alla sedia a rotelle dopo aver subito l’amputazione di una gamba per un raro tumore alle ossa, non ha potuto frequentare il primo anno alla scuola Santa Caterina da Siena nè all’istituto Rizzoli.
La storia, purtroppo, si conclude nel peggiore dei modi. La ragazzina è morta a causa dell’aggravarsi improvviso della malattia. Lo comunica, con grande amarezza, il comitato dei genitori dell’Istituto dei Tumori, che nei mesi scorsi aveva fatto di tutto per aiutare la ragazzina e la sua famiglia a iscriversi a scuola, come era suo diritto.
“Com’è stato possibile?”
“Da anni ci occupiamo di aiutare le famiglie e i ragazzi della Pediatria Oncologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – afferma Luca Pellizzer coordinatore del comitato – Oggi mi ritrovo a riflettere, con grande tristezza nel cuore, su come sia stato possibile che una ragazza di 14 anni sia morta, senza aver avuto la possibilità almeno di sapere che la scuola dove sarebbe voluta andare, e dove è stata rifiutata, avrebbe fatto tutto il possibile per permetterle di frequentare le scuole superiori. Provo vergogna per non essere stato capace di far sì che questa ragazza avesse tale possibilità“.
“Nessuno ha mai detto nulla”
“Mi chiedo – prosegue Pellizzer – come sia possibile nel 2023, nella grande Milano e nella splendida Regione Lombardia, eccellenze di organizzazione sempre in primo piano per eventi nazionali ed internazionali, non essere in grado di garantire ad un disabile di poter andare a scuola; eppure l’art.34 della Costituzione recita che la scuola è aperta a tutti, ma forse il problema è proprio nel verbo, la Costituzione ‘recita’ quanto le diverse articolazioni dello Stato dovrebbero poi attuare, con coscienza e responsabilità. Mi chiedo come sia possibile che, nonostante le denunce pubblicizzate attraverso giornali e telegiornali, come mai nessuno abbia mai preso il telefono e chiamato per dire ‘ci stiamo provando’, ‘lo faremo’, ‘sistemeremo l’ascensore’; mi chiedo perché nessuno le abbia MAI DETTO NULLA, perché nessuno si sia fatto carico con coscienza e responsabilità della sua persona, particolarmente fragile, quindi non solo dei suoi diritti fisici – che dovrebbero garantirle ‘pari dignità sociale senza distinzione di condizioni personali’ -, ma anche del diritto ai suoi sogni ed alle sue ambizioni”.
“La vera disabilità è di chi nega la speranza ad una ragazzina”
Un ascensore rotto, un montacarichi che funziona a singhiozzo, la burocrazia, l’immobilismo delle istituzioni. E il sogno di una quattordicenne, che voleva semplicemente studiare insieme ai suoi coetanei, si è infranto per sempre. Eppure, sarebbe bastato poco per rendere felice una ragazzina che aveva già subito tanto nella sua breve vita. “Questa ragazza di 14 anni coltivava nel suo più intimo e personale cassetto mentale di adolescente, sogni, speranze, voglia di vivere, voglia di tornare a scuola anche se priva di una gamba; perché la scuola non è solo il diritto all’istruzione, la scuola per un disabile è LA possibilità, LA speranza, forse è l’unico aggancio per sembrare normale. Forse però la vera disabilità non è quella di stare su una sedia a rotelle, forse la vera disabilità risiede nella testa di chi non comprende queste cose; di chi nega sia speranza che garanzia che, malgrado tu sia su una sedia a rotelle, puoi essere come tutti gli altri e puoi vivere una vita come quella dei tuoi coetanei. Nessuna risposta, silenzio”.
Dalla Città Metropolitana di Milano nessuna risposta
La dirigente scolastica da noi contattata un mese fa ci aveva spiegato di aver più volte sollecitato un intervento da parte della Città Metropolitana di Milano, responsabile dell’edilizia scolastica, e che “a breve sarebbero arrivati i tecnici per sistemare almeno il montacarichi”. Da parte della Città Metropolitana di Milano, a cui abbiamo chiesto spiegazioni, invece non c’è stata nessuna risposta. Quella risposta che la quattordicenne e la sua famiglia aspettavano non è mai arrivata.
“Perchè nonostante i soldi del Prrr non avete aggiustato un montacarichi?”
“Alla famiglia e alla ragazza abbiamo raccontato ‘abbiate fiducia, ci stanno lavorando, ci vorrà un pochino’ – afferma il presidente del comitato genitori – Mi vergogno di avere detto queste cose e mi vergogno di aver pensato che a Milano qualcuno avrebbe potuto fare qualcosa. Ricordo i suoi occhi e la sua delusione quando le ho detto quelle parole. Questa ragazza venerdì scorso è morta, ed è morta sapendo di non essere stata accettata alle scuole superiori. Con lei è morta anche una buona parte della dialettica politichese che traccia slogan di essere inclusivi e senza barriere per i disabili. È morta con lei anche la più elementare delle speranze le istituzioni ci sono e ti sono vicine. Dove siete finiti tutti? Dove sono tutte le persone preposte a dare risposte e pagate con soldi pubblici e che devono occuparsi di garantire i servizi ai cittadini? Perché nonostante tutti i quattrini del PNRR non siete stati capaci di aggiustare un montacarichi e un ascensore di una scuola superiore? .Per un ragazzo con un tumore, avere davanti una prospettiva di poter ritornare a fare la vita che la malattia gli ha minato è essenziale per il processo di cura; a questa ragazza, a lei – ricordiamocelo bene tutti – abbiamo negato questa possibilità”.