Il Ministero della Giustizia il 6 dicembre rispose ad una lettera del Dipartimento di Giustizia degli Usa del 29 novembre, che aveva evidenziato il rischio che l’imprenditore russo Artyom Uss, per cui erano stati decisi i domiciliari in attesa dell’estradizione per gli Stati Uniti, potesse fuggire, e nella risposta chiariva che la decisione sulla misura più idonea spettava Corte d’Appello di Milano. Precisava che la misura decisa era stata resa più sicura con l’applicazione del braccialetto elettronico. Ma quel braccialetto elettronico è stato spezzato il giorno della fuga dal Milanese quando è scattato il piano per il rientro in Russia dell’imprenditore e figlio del governatore di una regione della Siberia, accusato di contrabbando di petrolio verso Cina e Russia, frode bancaria e riciclaggio. Un piano portato a termine con efficacia e rapidità nel quale il coinvolgimento dei servizi di Mosca è qualcosa di più di un sospetto. Quando i carabinieri sono arrivati a casa di Artyom Uss, un appartamento affittato in un’ex cascina di Basiglio, dell’uomo non c’era più traccia. Secondo quando ricostruito, Uss ha cambiato più vetture e ha raggiunto la Slovenia. Da qui è entrato in Serbia e da qui, pare per via aerea, è tornato a Mosca. Dalla capitale russa, in alcune dichiarazioni rilanciate dall’agenzia di stato Novosti, ha spavaldamente ringraziato le persone coraggiose che lo hanno aiutato. La Corte d’Appello di Milano, dopo aver deciso i domiciliari per Artyom Uss, non poteva aggravare d’ufficio la misura cautelare se non nel caso di violazioni dei domiciliari. E’ un passaggio, da quanto si è appreso, dei chiarimenti forniti in una relazione dalla Corte d’Appello di Milano al ministero sul caso della fuga del 40enne russo. E tra i tecnicismi della legge italiana i russi non hanno avuto difficoltà a organizzare l’operazione per evitare che l’uomo venisse consegnato agli americani. Sul caso della fuga ora il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha ordinato un’ispezione in Tribunale a Milano. Accertamenti sulle scelte dei magistrati milanesi che avevano disposto i domiciliari.
Fuga di Artyom Uss, Nordio manda gli ispettori a Milano
Il ministro della Giustizia contro i magistrati milanesi che avevano messo ai domiciliari l'imprenditore russo arrestato su ordine degli Usa e fuggito prima dell'estradizione. Al Dipartimento di Giustizia americano che avvertiva del pericolo di fuga, lo stesso ministero aveva risposto che la competenza era della Corte d'Appello di Milano.