“Uno stadio nell’area della Maura è un progetto folle. Se qualcuno mi propone la realizzazione di un autodromo all’interno di un’area pedonalizzata o ciclabile non aspetto di vedere il progetto, gli dico che questo progetto incompatibile con la destinazione di quell’area. Se qualcuno mi viene a presentare il progetto di un edificio che deve accogliere 70mila spettatori con strade, infrastrutture e parcheggi non aspetto il progetto, gli dico che quell’area non va bene. Magari faccio anche un passo in più: sono io, come amministrazione pubblica, che individuo cinque aree su scala non solo milanese ma anche metropolitana che già esistono e, per collegamenti e senza ulteriore consumo di suolo, possono adempiere alla funzione richieste. Si tratta di mettere insieme interessi privati legittimi con l’interesse pubblico rispetto al quale l’amministratore è tenuto a rispondere”. Lo ha detto il consigliere della Lista Sala Enrico Fedrighini che questa mattina ha partecipato assieme a una decina di attivisti alla conferenza stampa convocata fuori dai cancelli dell’Ippodromo Snai La Maura dal Coordinamento per la tutela del verde cintura urbana di Milano – Parco Ovest per annunciare nuove iniziative in difesa dell’area contro l’ipotesi di costruzione dello stadio del Milan. “L’amministratore pubblico non è un un notaio che ratifica le scelte prese. Abbiamo un Piano di Governo del Territorio e abbiamo un’idea di città che viene espressa in campagna elettorale, si tratta di una città che riduce il consumo di suolo, che migliora l’ambiente e che riduce l’inquinamento: arriva la fase in cui alle parole devono seguire i fatti. – ha aggiunto Fedrighini – Non spetta ai consiglieri comunali andare a parlare coi club per capire le loro esigenze: ci sono i bisogni e richieste da parte dei club che possono essere soddisfatte se l’amministrazione pubblica fa il suo mestiere che è quello di riunire tutte le parti interessate attorno a un tavole, inclusi i Milan e Inter, per operare una scelta che riduca al massimo il consumo di suolo, eviti scempi ambientali e porti a una soddisfazione di tutti gli attori. Voglio ricordare una cosa: due ingegneri del Politecnico, non i primi due scappati di casa, hanno presentato da anni un progetto che soddisfa le ulteriori funzioni commerciali e di merchandising che i club ritengono essenziali per un moderno impianto e hanno dimostrato che tutto questo è collocabile all’interno di un Mazza ristrutturato a metà dei costi di costruzione del nuovo impianto. E i lavori si potrebbero fare tranquillamente anche con lo stadio in funzione, come già accaduto per i lavori di Italia 90 con la costruzione del terzo anello”. (MiaNews)