Manifestazione “in difesa della sanità pubblica” questo pomeriggio in piazza Duomo. Tra i promotori Medicina Democratica, Forum per il diritto alla Salute, Rete europea contro la commercializzazione della salute e altre associazioni attive “per salvaguardare il servizio sanitario nazionale” che, sottolineano “è un bene irrinunciabile” perché “la salute è un diritto e non una merce, invece il ‘sistema’ ci tratta come clienti che si aggirano indecisi tra le bancarelle. Clienti da ‘pescare'”. Alla manifestazione hanno aderito anche i gruppi di opposizione in Consiglio regionale, Pd e M5S. “La manifestazione di oggi promossa da un vasto cartello di associazioni e organizzazioni della società civile a sostegno del servizio sanitario nazionale e della sanità pubblica è una ventata d’aria fresca su cui sappiamo di poter contare per costruire sempre più una opposizione in Lombardia che metta al centro il diritto alla salute – afferma il capogruppo Pd Pierfrancesco Majorino -. Abbiamo partecipato con grande convinzione all’appuntamento di oggi e con lo stesso spirito daremo battaglia presentando la legge di iniziativa popolare e portando il nostro contributo perché cresca una lotta forte sia in Lombardia che in tutta Italia”.
Nicola Di Marco, capogruppo M5S Lombardia, aggiunge: «Siamo qui fra migliaia di cittadini lombardi e insieme a chi si occupa della nostra salute, per difendere la sanità pubblica lombarda. Una sanità che ogni giorno svolge un lavoro eccezionale, sopperendo alle carenze e superando gli ostacoli dovuti all’incapacità dimostrata da chi la governa. Eccellente nei suoi operatori e nel suo lavoro, la nostra sanità pubblica è affossata quotidianamente dall’inadeguatezza dimostrata da chi governa Regione Lombardia. Tutti possiamo renderci conto di come i problemi delle liste d’attesa non siano mai stati risolti. Fontana e Bertolaso fanno annunci e promettono soldi, ma dell’Agenda unica di prenotazione pubblico-privato, unico strumento che potrebbe realmente incidere sul problema non c’è traccia. Le Case della Comunità erano in principio una buona idea, le hanno trasformate in scatole vuote, dove mancano medici e servizi. I medici di base non ci sono e non ci sono risposte concrete in termini di nuove assunzioni. Le paghe dei professionisti della sanità sono in alcuni casi indecorose, mentre i Pronto soccorso collassano perché le tanto sbandierate promesse sulla medicina territoriale si sono tradotte in un nulla. La responsabilità di tutto questo è di Regione Lombardia e del centrodestra che la governa da quasi trent’anni. Se la politica si conferma incapace, tocca a noi cittadini difendere i servizi essenziali».