“Negli ultimi periodi presso i nostri sportelli, a fronte di accertamenti per contratti disconosciuti, abbiamo verificato presunte “truffe del Sì”, con registrazioni taroccate, in
risposta a domande che l’operatore telefonico chiede ai fini della registrazione”. Mina Busi, presidente di ADICONSUM Bergamo, presenta così quel tipo di truffa che si basa sulla chiamata da parte di un call center – di solito i numeri sono sempre differenti – e
l’operatore cerca di persuadere spesso con notevole insistenza, nell’accettare un cambio di piano tariffario telefonico, ma anche un semplice aggiornamento del piano
luce, gas oppure internet. Questo raggiro è chiamato in questo modo perché
basterebbe rispondere in modo affermativo ad una domanda da parte dell’operatore, tipo la domanda sull’esattezza di nome e cognome, per rendere possibile una registrazione che poi verrà decontestualizzata e usata per certificare il consenso al cambio del piano tariffario o al cambio di gestore. È in atto, infatti, una vera e propria corsa da parte degli
operatori del settore nel mercato energetico per accaparrarsi il maggior numero possibile di clienti, con ogni mezzo, una vera e propria battaglia commerciale. Stando ai numeri di ARERA , circa 13,6 milioni di famiglie, ovvero il 45,7% di utenti, ancora non hanno aderito ad una tariffa del mercato libero che scade il primo gennaio 2024.
Un bacino di utenti che fa gola alle aziende, le quali, anche attraverso i call center, presentano con sempre maggiore frequenza (e insistenza?) le offerte del loro listino, sollecitandoci all’attivazione.
“Quando chiamano – continua Busi – a volte non dicono nemmeno chiaramente per quale società operano ed usano un comportamento omissivo (informazioni non date o errate) offrendo tariffe apparentemente convenienti e vantaggiose o promesse impossibili da mantenere. Ci sono stati segnalati anche casi di apposizione di firme false, di mancato rispetto del diritto di ripensamento o richieste di firme su modulo generico informativo, a volte anche con il logo fotocopiato o appunto come sta succedendo con registrazioni “taroccate””.
Il truffato, spesso, si accorge di essere rimasto vittima di un raggiro, quando arriva la prima bolletta da un operatore a cui però, non ricorda di aver fornito alcun consenso.
“Abbiamo addirittura avuto casi nei quali il cliente non è mai stato chiamato dalla Società, e scopre che è stato trasferito alla stessa solo dopo che ciò è avvenuto con l’arrivo della bolletta. In questo caso la presunta registrazione è del tutto inventata! Occorre fare una denuncia, disconoscendo quella registrazione e se non bastasse a sistemare la posizione col rientro nel gestore storico, si può aprire una procedura di conciliazione con ARERA”.
Ma cos’è un contratto non richiesto? “Consiste nel contratto che il cliente ritiene di non aver mai stipulato con un venditore per la fornitura di energia elettrica, di gas o anche entrambi, o che ritiene sia stato stipulato a seguito di una pratica commerciale scorretta ed estorto da parte dell’gente di vendita che lo ha contattato sia telefonicamente oppure personalmente in un luogo diverso dagli uffici commerciali del venditore (ad esempio presso la propria abitazione, in un centro commerciale, ecc…)”.
Qualora il consumatore si trovasse in questa situazione, la prima cosa da fare è inviare una
raccomandata con ricevuta di ritorno per “disconoscere il contratto” unitamente alla denuncia alle Autorità.
ADICONSUM ricorda sempre che il contratto concluso per telefono è da considerarsi semplice proposta contrattuale: il professionista deve confermare l’offerta al consumatore, il quale è vincolato solo dopo aver firmato l’offerta o dopo averla accettata per iscritto, come previsto dall’ art. 51, comma 6, del Codice del Consumo .
In ogni caso, ADICONSUM Bergamo, attraverso i propri sportelli, è a disposizione per aiutare i consumatori che si trovassero in questa situazione.