Procura Bergamo: “Zona rossa avrebbe evitato oltre 4 mila morti”. “Gallera non censì nemmeno i posti letto”

Lo scrive la Procura di Bergamo in un'imputazione per epidemia colposa di cui risponde anche l'ex premier Giuseppe Conte. Fontana si difende e contrattacca: "La competenza esclusiva era dello Stato". Secondo il pm l'ex assessore Gallera "non avrebbe adottato le azioni per garantire trattamento e assistenza, tra cui censire e monitorare i posti letto di malattie infettive.

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Il Governatore lombardo Attilio Fontana avrebbe causato “la diffusione dell’epidemia” in Val Seriana con un “incremento stimato non inferiore al contagio di 4.148 persone, pari al numero di decessi in meno che si sarebbero verificati” se fosse stata “estesa la zona rossa a partire dal 27 febbraio 2020”. Lo scrive la Procura di Bergamo in un’imputazione per epidemia colposa di cui risponde anche l’ex premier Giuseppe Conte, la cui posizione è stata trasmessa, però, al Tribunale dei ministri. Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità e altri, tra cui componenti del Cts e dirigenti ministeriali, indagati per epidemia colposa assieme anche ad Attilio Fontana e Giuseppe Conte, avevano “a disposizione”, almeno dal 28 febbraio 2020, “tutti i dati” per “tempestivamente estendere” la zona rossa anche alla Val Seriana. Erano contenuti nel “Piano Covid elaborato da alcuni componenti del Cts coordinati dal prof. Stefano Merler”. Documento che “già prospettava” lo “scenario più catastrofico per l’impatto sul sistema sanitario”. Lo scrive la Procura di Bergamo nell’avviso di chiusura indagini. Attilio Fontana con due “distinte mail del 27.2.20 e 28.2.20” chiese “al Presidente del Consiglio dei Ministri” Giuseppe Conte “il sostanziale mantenimento delle misure di contenimento già vigenti in Regione Lombardia, non segnalando alcuna criticità relativa alla diffusione del contagio nei comuni della Val Seriana”, in particolare Alzano Lombardo e Nembro. Lo scrive sempre la Procura di Bergamo.

“GALLERA NON CENSI’ NEMMENO I POSTI LETTO”

Non avrebbe adottato “le azioni per garantire trattamento e assistenza”, tra cui “censire e monitorare i posti letto” di “malattie infettive”, “non aggiornandoli mensilmente in violazione di quanto previsto dal Piano Pandemico regionale”. E’ la contestazione di epidemia colposa per l’ex assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera, che compare nell’avviso di conclusione indagini dei pm di Bergamo. Gallera è anche accusato di rifiuto d’atti d’ufficio per la mancata attuazione di quel piano regionale. Lo stesso Gallera non avrebbe verificato “tempestivamente la dotazione di Dpi”, tra cui mascherine, tute e guanti, né garantito “l’adeguata formazione del personale sanitario”, come previsto anche dal Piano pandemico nazionale, seppur datato al 2006. Condotte che avrebbero, come quelle degli altri indagati per l’epidemia, causato, secondo la Procura, una “diffusione incontrollata” del virus Covid19. Tutte contestazioni, quelle di epidemia colposa ricostruite negli atti, che la Procura fa partire dal 5 gennaio 2020, ossia dal primo allarme lanciato dall’Oms.

FONTANA: “CI DIFENDEREMO NELLE SEDI OPPORTUNE”

“Finora non ho ricevuto neanche un atto, comunque adesso verrò a conoscenza di cosa sono accusato perché vorrei capire, dopodiché ci difenderemo nelle opportune sedi. Non ho nessun tipo di problema ad affrontare questo processo, tra l’altro ho letto anche valutazioni strane sul processo medesimo da parte dei pubblici ministeri, ma questo sará oggetto di future discussioni”. Lo ha riferito il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana a margine della Conferenza delle Regioni parlando dell’inchiesta della Procura di Bergamo sui morti per Covid. “Non so sulla base di quali valutazioni il professore senatore Crisanti ha tratto le conclusioni che hanno portato a questa incriminazione”. Così a Radio Anch’io il governatore Attilio Fontana parla dell’inchiesta della Procura di Bergamo sulla gestione del Covid che lo vede indagato tra gli altri con l’ex premier Giuseppe Conte. “Quando si tratta di emergenza pandemica – aggiunge – la competenza è esclusiva dello Stato secondo la Costituzione, non secondo me. E poi se avessi emesso l’ordinanza (per la zona rossa nel Bergamasco, ndr) con chi l’avrei fatta eseguire? Non ho a disposizione né l’esercito né i carabinieri”.

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