Mario Martone al Piccolo con Romeo e Giulietta

Dal 2 marzo al 6 aprile Mario Martone porta al Teatro Strehler Romeo e Giulietta, in una nuova traduzione di Chiara Lagani.

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Un amore giovane e ribelle, un odio senza senso, un’epidemia che obbedisce a regole ambigue: dal 2 marzo al 6 aprile Mario Martone, alla sua prima regia in una produzione del Piccolo, porta al Teatro Strehler Romeo e Giulietta, in una nuova traduzione di Chiara Lagani. La scena è firmata da Margherita Palli, i costumi da Giada Masi; le luci sono a cura di Pasquale Mari, il suono di Hubert Westkemper e i video di Alessandro Papa.

In scena una compagnia di trenta attrici e attori la cui età media non raggiunge i trent’anni. In ordine alfabetico: Alessandro Bay Rossi, Gabriele Benedetti, Leonardo Castellani, Michele Di Mauro, Raffaele Di Florio, Emanuele Maria Di Stefano, Francesco Gheghi, Jozef Gjura, Lucrezia Guidone, Licia Lanera, Anita Serafini, Benedetto Sicca, Alice Torriani e con Leonardo Arena, Giuseppe Benvegna, Francesco Chiapperini, Carmelo Crisafulli, Giacomo Gagliardini, Hagiar Ibrahim, Francesco Nigrelli, Libero Renzi, Federico Rubino e gli allievi del Corso Claudia Giannotti della Scuola di Teatro Luca Ronconi del Piccolo Teatro di Milano (Clara Bortolotti, Giada Francesca Ciabini, Ion Donà, Cecilia Fabris, Sofia Amber Redway, Caterina Sanvi, Edoardo Sabato, Simone Severini).

Per la tragedia degli amanti veronesi che William Shakespeare scrisse tra il 1594 e il 1596 e ambientò nel 1500, nel cuore del Rinascimento italiano, quello al Piccolo, dal 2 marzo al 6 aprile al Teatro Strehler, è un duplice debutto.

Romeo e Giulietta è la prima regia firmata da Mario Martone in una produzione del Piccolo Teatro di Milano ed è il primo allestimento del titolo nei 75 anni della sua storia. L’amore improvviso e intensissimo di due adolescenti, reso ancora più forte dalle avversità che li tengono separati, si è prestato a infinite letture, adattamenti, travestimenti, interpretazioni, nel cinema e nel teatro. L’edizione Piccolo 2023 è, quindi, una novità sotto ogni punto di vista. Una compagnia di 30 attrici e attori, la cui età media è inferiore ai trent’anni, affianca ad interpreti giovanissimi, per lo più ventenni come Romeo (Francesco Gheghi) – mentre Anita Serafini, nei panni di Giulietta, è la più giovane con i suoi 15 anni – a protagonisti della scena italiana come Lucrezia Guidone e Michele Di Mauro (nei panni di padre e madre Capuleti) o Licia Lanera in quelli della balia che Martone ha trasformato in zia, una sorta di sorella oscura di Donna Capuleti. Il regista sceglie, quindi, la via della mimesi anagrafica di un testo che è animato dalle più acerbe e potenti pulsioni giovanili, colte in un tempo della vita, l’adolescenza, misterioso, spigoloso, ambiguo, tutto da decifrare, e opposte a un mondo adulto violento, nelle dinamiche familiari e sociali.

Romeo e Giulietta è la fiaba per antonomasia, con tutti i suoi crismi – filtri magici, traversìe, esilio, alleati, nemici, duelli – ma senza il lieto fine. Più di quattro secoli dopo, i temi del testo sono prepotentemente al centro del nostro vissuto quotidiano.

Fin dalle prime prove a tavolino, Martone ha dichiarato di muoversi, nell’approccio all’opera, lungo un doppio asse: un’ordinata rappresentata dal piano del testo e un’ascissa evocata dal rimando a una contemporaneità, che si innesta anche nella lingua restituita dalla traduzione di Chiara Lagani. «Mettiamo in scena un mondo in cui lo scontro domina senza ragione, in cui il senso stesso dell’esistenza sembra essere nello scontro» spiega Martone. «Una pestilenza che rende impossibile l’arrivo di una lettera ma non frena le feste. Un amore che sboccia all’improvviso per sfuggire a tutto questo, innocente e ribelle. Un amore illuminato solo dalla luce della luna e dell’alba: la natura, immanente, in attesa di un cambiamento che non arriverà mai».

E proprio la natura disegna la parte superiore della scena, firmata da Margherita Palli: un’ambientazione che la tradizione vuole per lo più urbana si trasforma in un bosco sospeso, rifugio dei giovani, fiabesco, poetico. Un intreccio fitto di rami frondosi e imponenti, che affondano le radici dietro le quinte, accoglie passerelle, camminamenti, “balconi” lungo i quali i personaggi si muovono, si incontrano, si scontrano, si affacciano sul mondo degli adulti, tetro, sporco, infetto.

Piccolo Teatro Strehler (Largo Greppi – M2 Lanza), dal 2 marzo al 6 aprile 2023

Romeo e Giulietta di William Shakespeare, traduzione Chiara Lagani

adattamento e regia Mario Martone

scene Margherita Palli, costumi Giada Masi

luci Pasquale Mari, suono Hubert Westkemper, video Alessandro Papa

regista assistente Raffaele Di Florio, assistente alla regia Michele Bottini, Giulia Sangiorgio

casting Paola Rota

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Luca Levati
La prima volta della mia vita in cui “sono andato in onda” è stato il 7 luglio 1978…da allora in radio ho fatto veramente di tutto. Dai programmi di rock all’informazione, passando per regie e montaggi. Giornalista dal maggio 1986 sono arrivato a Radio Lombardia nel marzo del 1989 qualche giorno prima della nascita del primo mio figlio, insomma una botta di vita tutta in un colpo. Brianzolo di nascita e di fatto il maggior tempo della mia vita l’ho passato a Milano città in cui ho avuto la fortuna di sentire spirare il vento della cultura mitteleuropea. Adoro la carbonara, Finale Ligure e il Milan (l’ordine è rigorosamente alfabetico). I libri della vita sono stati e sono: “Avere o essere” di Fromm, “On the road” di Kerouac, “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera, “Grammatica del vivere” di Cooper e l’opera omnia del collega e amico Piero Colaprico (vai Kola!). I film: “Blade Runner“, “Blues Brothers” e “Miracolo a Milano” quando buongiorno voleva dire veramente buongiorno. Ovviamente la musica è centrale nella mia formazione: Pink Floyd, Frank Zappa, Clash, Genesis e John Coltrane tra i miei preferiti. https://www.wikimilano.it/wiki/Luca_Levati

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