Una scuola edile dentro il carcere di Opera

Incrementare le opportunità di lavoro tra le persone detenute e favorire il loro reinserimento sociale: sono questi gli obiettivi che hanno portato aa firmare un Protocollo d’intesa per lo svolgimento di attività di formazione edile intramuraria e per la promozione di attività lavorative extramurarie da parte di persone in stato di detenzione.

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Incrementare le opportunità di lavoro tra le persone detenute e favorire il loro reinserimento sociale: sono questi gli obiettivi che hanno spinto l’Amministrazione penitenziaria di Opera, Assimpredil Ance, FENEAL UIL, FILCA CISL, FILLEA CGIL, Esem-Cpt, Umana SpA, Fondazione Don Gino Rigoldi a firmare oggi un Protocollo d’intesa per lo svolgimento di attività di formazione edile intramuraria e per la promozione di attività lavorative extramurarie da parte di persone in stato di detenzione.

Il Protocollo prevede la creazione di una scuola edile dentro al carcere per permettere la formazione di persone in stato di detenzione presso l’istituto penitenziario di Opera, che potranno poi svolgere attività lavorative nei cantieri edili provinciali. L’attività formativa avverrà, pertanto, presso l’Istituto carcerario in un laboratorio stabile, appositamente attrezzato e gestito da ESEM-CPT.

Le modalità di inserimento lavorativo verranno di volta in volta definite in base alle opportunità di lavoro secondo le esigenze delle aziende e le possibilità dei singoli detenuti, nell’ambito dei programmi di trattamento predisposti dalla Direzione dell’Istituto Penitenziario e sottoposti alla Magistratura di sorveglianza per l’approvazione.

Cosa prevede il protocollo?

La Casa di Reclusione Milano Opera, nell’ambito delle attività di osservazione e trattamento e nell’ottica di favorire e sostenere il reinserimento sociale, si impegna ad individuare detenuti da avviare a percorsi formativi e di lavoro.

Assimpredil Ance promuove presso le proprie imprese associate i contenuti del Protocollo, favorendo l’incrocio fra la domanda e l’offerta di lavoro e svolge l’attività di raccordo tra le parti firmatarie del Protocollo per garantirne l’operatività.

FENEAL UIL, FILCA CISL e FILLEA CGIL si impegnano a promuovere nei confronti dei lavoratori interessati al percorso di reinserimento professionale la conoscenza e la corretta applicazione delle norme contrattuali e a mettere a disposizione servizi di tutela sindacale/previdenziale/assicurativa/fiscale e consulenza sulle prestazioni offerte dal sistema bilaterale edile territoriale.

Esem-Cpt, Ente Unificato Formazione e Sicurezza si occuperà della formazione dei soggetti individuati attraverso un percorso volto a fornire le competenze di base per poter accedere in cantiere come manovale operando in sicurezza; tale formazione verrà svolta all’interno dell’Istituto penitenziario in un laboratorio all’uopo attrezzato.

UMANA Spa si rende disponibile a collaborare con il Carcere di Opera e tutto il partenariato per incentivare la ricerca di opportunità di lavoro dei soggetti ritenuti idonei alla partecipazione al progetto. Umana interviene in qualità di Agenzia per il Lavoro per assumere in somministrazione in azienda, applicando il CCNL e CCPL Edilizia, chi abbia terminato il corso di formazione professionalizzante individuato come utile alle finalità del progetto.

Umana e Assimpredil Ance, a partire dalla loro Convenzione nazionale in essere, informeranno le aziende delle opportunità offerte dalla somministrazione di lavoro e si rendono inoltre disponibili ad illustrare gli eventuali incentivi e/o le agevolazioni all’assunzione rivolti sia ai soggetti destinatari del progetto sia alle aziende interessate a tali assunzioni.

Fondazione Don Gino Rigoldi, la promotrice del progetto, favorisce la collaborazione tra le parti, mette a disposizione eventuale personale per il tutoraggio, si impegna a presentare il progetto nelle sedi opportune per raccogliere risorse economiche che dovessero essere necessarie per la realizzazione dello stesso.

Il Protocollo, valido per 5 anni, prevede l’istituzione di una Cabina di Regia che svolgerà: l’elaborazione di proposte e l’adozione delle azioni utili ad attuare il Protocollo;il monitoraggio dell’operatività del Protocollo, anche attraverso l’elaborazione di rapporti periodici; il raccordo delle azioni e delle attività delle parti firmatarie del Protocollo; le valutazioni sull’estensione di partecipazione ad altri soggetti in merito alle finalità del presente protocollo; l’attività di promozione e comunicazione del Protocollo anche attraverso l’organizzazione di eventi, uscite sulla carta stampata e pubblicazione di contenuti sui social.

“Il lavoro – dichiara Silvio Di Gregorio, Direttore Amministrazione Penitenziaria di Opera è lo strumento principale non solo del trattamento penitenziario, ma anche per avere una vita dignitosa. Aggiungerei che il lavoro “umanizza”, cioè permette all’uomo di realizzarsi e di completarsi come persona, perché lo mette in relazione alle altre quale soggetto che contribuisce al progresso materiale e sociale della propria comunità. In quest’ottica la collaborazione con Assimpredil ANCE, con le organizzazioni sindacali, con ESEM per la formazione professionale, e con Umana, offre una incredibile opportunità sia ai detenuti, che potranno mettere a disposizione le proprie competenze e ricevere una giusta retribuzione, sia alle imprese che potranno trovare quella manodopera qualificata e certificata che il mercato del lavoro oggi non riesce ad offrire. Infine, ma non per ultimo, un profondo e sentito ringraziamento va a Don Gino Rigoldi perché è l’artefice del protocollo che oggi firmiamo: è lui che ci ha fotto incontrare, è lui che ci ha messo attorno a questo tavolo! Infine, è doveroso ringraziare gli educatori e la polizia penitenziaria della casa di reclusione di Milano opera perché senza il loro contributo, la loro competenza e la loro professionalità non saremmo in grado di offrire alla popolazione detenuta un così alto standard di iniziative trattamentali vere e finalizzate all’effettivo reinserimento sociale.”

“Quello di oggi – afferma Regina De Albertis, Presidente Assimpredil Ance, Associazione delle imprese Edili e complementari delle Province di Milano, Lodi e Monza Brianza – è un risultato importante, frutto di un lungo lavoro, raggiunto grazie alle sollecitazioni di Don Gino, alla lungimiranza di Silvio Di Gregorio, il Direttore del Carcere di Opera, e alla piena disponibilità e convinta adesione da parte di tutti i soggetti coinvolti nel Protocollo. Con oggi mettiamo la “prima pietra” per la creazione di una vera scuola edile, che avrà all’interno delle mura del carcere uno spazio fisso e appositamente attrezzato per svolgere i corsi di formazione al lavoro e alla sicurezza in edilizia, offrendo una preparazione di alto livello ai detenuti, che potranno così avere la possibilità di accedere al mondo del lavoro. Noi imprenditori siamo pronti ad aprire i nostri cantieri, nella consapevolezza di quanto il lavoro sia elemento fondamentale per la dignità della persona e che rappresenti un’opportunità importante di reinserimento sociale per persone in stato detenzione. Le imprese edili fanno propri i principi e valori legati alla sostenibilità, che non è solo attenzione all’ambiente, ma anche al sociale. Crediamo nella responsabilità sociale d’impresa e dare un’opportunità a categorie svantaggiate come quella rappresentata dai detenuti rientra a pieno titolo in questo nostro percorso verso i criteri ESG.”

“In una fase espansiva del settore – asseriscono Salvatore Cutaia, Segretario generale FENEAL UIL, Alem Gracic, Segretario generale FILCA CISL, Katiuscia Calabretta, Segretario generale FILLEA CGIL Milano – siamo molto orgogliosi di poter offrire delle opportunità di qualificazione e reinserimento nel mercato del lavoro, mettendo a disposizione il nostro sistema bilaterale e le nostre competenze sindacali, per i detenuti del carcere di Opera. Il lavoro crea identità e può sicuramente rappresentare un’occasione di riscatto e reinserimento sociale, restituendo dignità, favorendo l’autonomia e riducendo significativamente il rischio di recidiva. Un beneficio per tutti.”

“Perché il reinserimento delle persone ristrette in carcere sia più rapido e duraturo possibile – ribadiscono Luca Cazzaniga e Giuseppe Mauri, Presidente e Vicepresidente Esem-Cpt, Ente Unificato Formazione e Sicurezza – è necessario debba essere preceduto e sostenuto da una preliminare e solida formazione. ESEM-CPT metterà a disposizione risorse volte a garantire delle competenze di base, affinché i soggetti coinvolti possano accedere in cantiere come manovale operando in sicurezza; tale formazione verrà svolta all’interno dell’Istituto penitenziario in uno spazio all’uopo attrezzato”.

“Il lavoro – sostiene Maria Raffaella Caprioglio, Presidente Umana S.p.a., Agenzia per il lavoro – è il più efficace strumento di riscatto e reinserimento sociale, capace di generare valore e legalità soprattutto nei soggetti più fragili e svantaggiati. Per questo Umana, da sempre impegnata su questi fronti, ha colto con entusiasmo l’occasione di partecipare a questo progetto che mette in rete l’azione sinergica di partner qualificati. Porteremo la nostra competenza e la nostra esperienza per sviluppare nuove opportunità di formazione, accompagnamento e inserimento lavorativo con la convinzione che, attraverso il lavoro, queste persone possano costruire nuove strade da percorrere”.

“Questa iniziativa – conclude Don Gino Rigoldi, Presidente Fondazione Don Gino Rigoldi – è un passo verso la piena attuazione dell’articolo 27 della nostra Costituzione: i detenuti hanno ora la possibilità di costruire il proprio futuro in un percorso che inizia all’interno del carcere e, grazie all’applicazione dell’art. 21 dell’Ordinamento Penitenziario, si conclude nella società civile con un lavoro che significa dignità, in grado di fornire i mezzi per realizzare un nuovo progetto di vita.”

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