I cinquant’anni del Teatro dell’Elfo hanno qualcosa di speciale: il collettivo di artisti che fondarono il gruppo è ancora attivo e alla guida del teatro. Ha saputo costruire nel tempo un grande teatro d’ensemble, di attori, di regia e drammaturgia, che trasmette il sapere tra generazioni. In Italia è unicum nel suo genere per continuità di sperimentazione scenica e innovazione gestionale.
Cinque decadi di vita teatrale rappresentano un grande patrimonio di esperienza, di lavoro, di crescita, di fertili errori, di successi e di traguardi che sono sempre stati e ulteriori punti di partenza.
Il palinsesto per festeggiare le nozze d’oro della compagnia intreccia spettacoli, podcast, libri, mostre e una ventiquattr’ore di poesia, ma il suo cuore pulsante – Ricordare il futuro – è un progetto ideato con la Fondazione Milano per guardare avanti e investire sui giovani artisti.
«Cinquant’anni sono passati dalla fondazione dell’Elfo, da quando nel marzo 1973 abbiamo portato in scena il nostro primo spettacolo, Zumbì, ballata di vita e di morte della gente di Palmares. Una ricorrenza che inevitabilmente ci porta a fare bilanci, a considerare prospettive – dicono i direttori del teatro – ad aprire lo sguardo su un lungo percorso di conquiste progressive, di momenti esaltanti e di fatiche inevitabili, di paziente gestione quotidiana e di grandi slanci creativi, di scoperte e di incontri. Lo scantinato in zona Sempione dove abbiamo mosso i primi passi (provando quello spettacolo) e la nostra bella sede di corso Buenos Aires sono separati da una voragine di anni e di lavoro: un grande patrimonio è stato senza dubbio accumulato e ora è importante fare in modo che non venga disperso, che diventi un lascito per chi verrà dopo di noi, una base solida per immaginare il futuro del teatro. Riguardando quei nostri primi passi è nata l’idea di questo progetto a favore di giovani attori, registi, drammaturghi, musicisti, videomaker e traduttori, di chi oggi si trova in una condizione simile alla nostra di allora, in un mondo profondamente cambiato che non sembra avere creato le condizioni per un naturale e costante ricambio generazionale. È nato Ricordare il futuro».
Il progetto nato nel 1973
Il gruppo dei fondatori dell’Elfo si è incontrato nel 1973 in quella che allora era la Scuola del
Piccolo Teatro (alcuni di loro sono arrivati anche da altre esperienze) e che oggi è la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, uno dei quattro dipartimenti della Fondazione Milano, insieme alla Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti, alla Civica Scuola di Musica Claudio Abbado e alla Civica Scuola Interpreti e Traduttori Altiero Spinelli.
Immaginando questo progetto è stato dunque naturale rivolgersi a queste scuole e ai loro studenti dell’ultimo anno, in procinto di diplomarsi ed entrare nel modo professionale. A loro sono stati affidati questi stimoli e queste riflessioni e commissionate due produzioni: realizzare un’installazione interattiva sulla storia del Teatro dell’Elfo e allestire uno spettacolo su cinquant’anni di storia italiana, dagli anni Settanta ad oggi, per aprire, con queste creazioni, la stagione 2023/24.
Gli eventi della stagione
Tutto il 2023 ha un programma di spettacoli in stretta relazione con il progetto Ricordare il futuro. Tornano infatti in scena successi dell’Elfo che puntano i riflettori sul dialogo tra le generazioni, sul confronto tra allievi/maestri, padri/figli, ricavandone materia teatralmente emozionante: da Rosso sul rapporto tra il pittore Mark Rothko e il suo giovane assistente (14 febbraio/12 marzo), al Vizio dell’arte, ancora sui rapporti fra arte e vita, sul confronto vecchiaia / giovinezza (9 maggio/2 giugno).
Ma è soprattutto la tragedia di Re Lear, la nuova produzione della stagione 23/24, che più d’ogni altra ci parla dei pericoli di una vecchiaia che non sa rassegnarsi a cedere il passo al fluire della vita.
I primi appuntamenti
Il primo appuntamento in calendario, I poeti non dormono la notte, invita i cittadini a partecipare a una ventiquattr’ore di poesia da domenica 19 febbraio alle 21 fino alle 21 di lunedì 20. Da un’idea di Francesca Alfano Miglietti, che l’Elfo ha accolto a braccia aperte, un’intera notte e un intero giorno alla scoperta della poesia come luogo, come direzione, come viaggio, come mare. Un appuntamento, a ingresso gratuito, che vedrà avvicendarsi sul palco oltre 200 tra lettori e autori, per un percorso fatto di parole, incontri, performance, filmati, incursioni musicali, che si susseguono in una serie di interventi originali, appassionati, discreti, timidi, spavaldi.
Il secondo appuntamento è previsto il 20 marzo: una serata ideata insieme a Ira Rubini e
Gianmarco Bachi per rievocare con ironia e senza nostalgia le atmosfere culturali e politiche di quel 1973 che vedeva il gruppo dell’Elfo prendere forma, debuttare con il suo primo spettacolo, conquistare spazio e voce nella città. Un happening sul palco della sala Shakespeare e in platea, che dà voce anche al pubblico, e lancia un’audio serie di dieci podcast.
In progettazione per settembre anche una mostra dei ritratti teatrali esposti lungo via Dante. Laila Pozzo da oltre dieci anni fotografa tutti i protagonisti degli spettacoli dell’Elfo quando vestono i panni dei personaggi, poco prima di entrare in scena. Saranno esposti in grande formato oltre che in scena.
Infine, per scoprire e riscoprire l’Elfo nelle parole di studiosi e osservatori, sono in corso di
pubblicazione tre volumi: è appena uscita la nuova edizione de L’America di Elio De Capitani, studio di Laura Mariani a cui è stato aggiunto un capitolo sul personaggio di Ahab; uscirà invece in occasione del debutto di Re Lear il volume delle traduzioni di Ferdinando Bruni degli spettacoli shakespeariani dell’Elfo (anch’esso per le edizioni CuePress) e, sempre in autunno, verrà pubblicato da Titivillus un libro a più voci in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano.