Lee Jeffries, il fotografo dei poveri al Museo Diocesano

In esposizione una cinquantina d’immagini in bianco e nero e a colori che catturano i volti di quell’umanità nascosta e invisibile che popola le strade delle grandi metropoli dell’Europa e degli Stati Uniti.

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Il Museo Diocesano  di Milano ospita dal 27 gennaio al 16 aprile la personale di Lee Jeffries (Bolton, UK, 1971), il fotografo diventato la voce dei poveri e degli emarginati.
Curata da Barbara Silbe e Nadia Righi, la mostra, dal titolo “Lee Jeffries. Portraits. L’anima oltre l’immagine” presenta una cinquantina d’immagini in bianco e nero e a colori che catturano i volti di quell’umanità nascosta e invisibile che popola le strade delle grandi metropoli dell’Europa e degli Stati Uniti.

Fotografo autodidatta, Jeffries inizia la sua carriera quasi per caso, nel giorno che precedeva la maratona di Londra del 2008 quando scatta una fotografia a una giovane ragazza senzatetto che sedeva all’ingresso di un negozio; rimproverato per averlo fatto senza autorizzazione, Jeffries si ferma a parlare con lei, a interrogarla sul suo passato, a stabilire un contatto che andasse al di là della semplice curiosità per scavare nel profondo dell’animo della persona che aveva di fronte.
Da allora inizia a interessarsi e a documentare le vite degli homeless, passando dai vicoli di Los Angeles fino alle zone più nascoste e pericolose delle città della Francia e dell’Italia.
Grazie al suo sguardo e alla sua arte spirituale, come lui stesso è solito definirla, Lee Jeffries fa emergere le persone senza fissa dimora dal buio in cui sono reclusi e cerca di ridare luce e dignità a ogni essere umano.
Il suo stile è caratterizzato da inquadrature in primo piano fortemente contrastate, e da interazioni molto ravvicinate con i soggetti, uomini e donne che vivono ai margini della società, incontrati per le strade del mondo.

La sua cifra stilistica più caratteristica è quella del ritratto, sempre frontale e ravvicinato, spesso con sfondi monocromatici scuri che, elaborati con un efficace lavoro su luci e ombre, fa emergere i volti nella loro straordinaria potenza espressiva, capace di comunicare la loro sofferenza, il loro disagio e la loro condizione infelice.

Venerdì 27 gennaio, primo giorno di apertura della mostra, il Museo Diocesano rimarrà eccezionalmente aperto fino alle 22 (ultimo ingresso alle ore 21.30), con la possibilità di visitare la collezione permanente e le tre esposizioni temporanee (Lee Jeffries. Portraits; Raffaello. La predella della Pala Oddi; Il Presepe di carta di Francesco Londonio).

 

LEE JEFFRIESPortraits. L’anima oltre l’immagine
Milano, Museo Diocesano Carlo Maria Martini (p.zza Sant’Eustorgio, 3)
27 gennaio – 16 aprile 2023
Orari:
martedì- domenica, 10-18; chiuso lunedì
Venerdì 27 gennaio: 10-22

Biglietti:
Intero: € 9,00
Ridotto individuale: € 7,00
Ridotto gruppi: € 7,00
Ridotto parrocchie: € 7,00
Scuole e oratori: € 4,00

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