ROMA (ITALPRESS) – “L’essere rimasto me stesso senza mai rinnegare nulla e senza rinunciare a nulla per me è un punto d’onore. Fanfani, Fini, Bertinotti, Grasso, Spadolini, Casini: tutte alte cariche dello Stato che, nel corso della loro presidenza della Camera o del Senato, hanno continuato a fare attività politica senza che nessuno sollevasse un mignolo. Fini e Grasso hanno addirittura fondato due partiti, Futuro e libertà e Leu”. Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa, in un’intervista al “Corriere della Sera” risponde così a chi lo rimprovera di “scarsa terzietà”. “A differenza di alcuni miei predecessori sono a capo di un partito e non sto per fondarne uno. Di mia spontanea volontà – prosegue – non ho fatto nè faccio interventi a particolare commento dell’operato del governo, dei suoi singoli provvedimenti, della legge di bilancio. Ho le mie idee sui temi di carattere generale, come per esempio la giustizia o l’immigrazione, ma cerco di tenermi a debita distanza dal commentare le scelte specifiche della maggioranza”.
La Russa ammette “di avere uno stile, come dire, poco paludato. E ammetto anche che questo stile è tra le cose che non sono cambiate con la presidenza del Senato. Se avrò uno stile più sobrio? Spero che altri optino per la verità, evitando di attribuirmi frasi che non dico mai. Mai detto ‘me ne fregò, per esempio, non è una frase che uso. Il punto vero è un altro. Anzi due. Il primo: io accetto critiche sul mio operato, sulle mie idee, pure su come presiedo l’Aula, anche se su questo nessuno ha mai messo in dubbio la mia imparzialità. Non accetto alcun tipo di critica, invece, su dove vado. E non mi arrendo davanti alle falsità”. “Perchè su di me il mirino è sempre puntato mentre in passato nessuno sollevava obiezioni? All’inizio pensavo che gli bruciasse, scriva pure che rosicassero, perchè uno di destra era arrivato alla presidenza del Senato. Ora – sottolinea – penso che la faccenda abbia anche un’altra ragione. Io ho un obiettivo vero. Che, anche solo di un centimetro, durante la mia presidenza del Senato si riduca la contrapposizione ideologica tra destra e sinistra, e che si avvicini una reale pacificazione che concluda un interminabile Dopoguerra. Evidentemente a qualcuno della sinistra questa cosa non va giù”.
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