Dal 1883, anno di nascita delle Cucine Economiche, all’Expo del 2015, anno di introduzione della “Food policy” progettata con Fondazione Cariplo: il sindaco di Milano Giuseppe Sala affresca l’impegno del Comune contro la povertà alimentare. “Una delle vocazioni pubbliche che hanno caratterizzato Milano”, racconta nel suo podcast “Buongiorno Milano”, che affonda le radici proprio nelle Cucine di Porta Nuova costruite da quell’architetto, Luigi Broggi, a cui Milano deve anche le Poste di Cordusio, molti palazzi di via Dante e un restauro del Castello Sforzesco. Le Cucine sono i primi passi dell’intervento pubblico in questo ambito tradizionalmente appannaggio degli Istituti Pii ecclesiastici; la rivoluzione industriale, con la nascita del movimento operaio e le società di mutuo soccorso, fa poi la sua parte ma l’Expo è stato lo spartiacque. “Centoquarant’anni dopo, Milano è ancora in prima linea per rispondere alle esigenze di chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese”, spiega. Infatti, “con l’arrivo del Covid, Milano ha affrontato sfide molto simili a quelle che hanno fatto nascere le Cucine Economiche” ma, proprio grazie a quella food policy del 2015 che rappresenta una vera e propria “infrastruttura solidale” meneghina, Sala sostiene che la città – Comune, terzo settore, fondazioni e aziende insieme – si sia trovata pronta alla sfida della pandemia: “Dal 2020 in città sono attivi 10 centri alimentari, chiamati hub, dove i volontari distribuiscono pacchi destinati a sostenere le persone in difficoltà e, ad oggi, abbiamo investito oltre 3 milioni di euro in aiuti alimentari e oltre 10 milioni di euro in buoni spesa. Quella contro la povertà alimentare è una guerra che non ci stancheremo di combattere, una sfida complessa, anche contro la solitudine, per la quale c’è bisogno del contributo di ciascuno di noi”.
Sala, dal 2020 ad oggi investiti 3 milioni di euro in aiuti alimentari
"Quella contro la povertà alimentare è una guerra che non ci stancheremo di combattere" dice il sindaco di Milano Beppe Sala.