La “legalità democratica” e la proposta alle città di “associarsi”
Ricordo che tanti anni fa ero capo di gabinetto di un comune di medie dimensioni del Nord Italia. Un comune difficile, con tanti bisogni sociali. I soldi non bastavano mai, a bilancio. Perché i bisogni della gente erano tanti. C’erano decine di famiglie che vivevano grazie al pacco alimentare che veniva distribuito ogni settimana. E quello era solo una goccia nel mare: il corpo a corpo con il bilancio stretto, tagliando tutto per trovare le risorse per quello che serviva, era una pratica quotidiana. Un giorno arriva in Comune una lettera da parte di una realtà – della quale non dirò il nome ma è una delle più presenti sui giornali – nella quale questa associazione che promuove la “legalità democratica” chiede alcune migliaia di euro per “associarsi” e diventare così comune davvero trasparente e per la legalità. In caso contrario, niente associazione e – per deduzione – niente legalità e niente trasparenza.
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