Ultima Generazione, Simone Ficicchia rischia la sorveglianza speciale

Lo studente di 20 anni a processo a Milano è stato protagonista di alcuni blitz, tra cui quello alla Scala il 7 dicembre, per richiamare l'attenzione sulla drammatica crisi ambientale. In aula ha detto che "è repressione, siamo non violenti".

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Il “contesto di queste condotte è comunque di limitata offensività”. Con queste parole il pm di Milano Mauro Clerici ha chiesto di applicare la misura di sicurezza della sorveglianza, nella forma “semplice”, per un anno per lo studente 20enne Simone Ficicchia, attivista del movimento ambientalista Ultima generazione, protagonista di una serie di blitz negli ultimi mesi, tra cui quello dello scorso 7 dicembre con vernice lanciata sull’ingresso del teatro alla Scala. Per il giovane la Questura di Pavia ha chiesto, invece, la sorveglianza speciale per un anno con anche obbligo di soggiorno (o dimora) a Voghera, dove risiede. Obbligo che, però, secondo il pm, non deve essere applicato in questo caso e da qui la richiesta di sorveglianza “semplice”, ossia con una serie di prescrizioni nei comportamenti e controlli che dovranno essere poi stabiliti dai giudici. La Sezione misure di prevenzione del Tribunale si è riservata di decidere, dopo la richiesta del pm e quella, ovviamente di “rigetto”, della difesa e depositerà il provvedimento entro 30 giorni. Ficicchia con dichiarazioni spontanee in aula (c’erano anche alcune decine di attivisti ad ascoltarlo) ha spiegato che “l’obiettivo delle nostre azioni non violente è la salvaguardia del futuro” e per questo “mettiamo in gioco i nostri corpi”. Nelle azioni di “imbrattamento nei musei” o come in “quella alla Scala”, ha aggiunto, “c’è sempre il rispetto per le opere d’arte, scegliamo le opere che hanno dei vetri protettivi e noi usiamo una vernice che è subito lavabile”. A inizio udienza i giudici hanno elencato tutte le denunce, tra 2021 e 2022, e le violazioni di fogli di via contestate a Ficicchia, ritenuto “persona dedita abitualmente alla commissione di reati che mettono in pericolo l’incolumità pubblica”. Fatti che vanno dall’imbrattamento degli “uffici del ministero della Transizione ecologica” ai blocchi stradali, anche al traforo del Monte Bianco, fino ad azioni agli Uffizi di Firenze e all’Acquario di Genova. L’ultima contestazione è la violazione di un foglio di via del 29 dicembre a Milano per aver “partecipato a un presidio per l’anarchico Cospito”. I giudici hanno voluto ricordare al giovane che “lei non è qua per manifestare le sue idee, ma per rispondere alla richiesta della Questura” e a quel punto Ficicchia ha preso la parola. “L’obiettivo delle nostre azioni è il futuro della mia generazione, dell’Italia e delle generazioni future – ha detto – di fronte a un governo inadempiente sugli accordi internazionali sul clima”. E ha aggiunto: “Se non facciamo qualcosa ho paura che potrebbe succedere qualcosa di violento nei prossimi anni”. Ha chiarito: “la nostra regola è che i blocchi stradali non durano più di 20 minuti, mettiamo in atto solo una resistenza passiva, senza minacce né violenza”. A Milano a febbraio partirà un processo per danneggiamento a suo carico (a luglio si incollarono ad un’opera di Boccioni). Intanto, il difensore Gilberto Pagani ha spiegato ai giudici che “applicare la misura della sorveglianza sfuggirebbe a un concetto fondamentale della giurisdizione, quello della proporzionalità”. Intanto sono andati ad autodenunciarsi come persone socialmente pericolose alla Questura di Milano diversi manifestanti che questa mattina davanti al tribunale hanno partecipato al presidio di solidarietà per Simone Ficicchia. “Siamo qui per autodenunciarci come cittadini e attivisti. Riteniamo sia giusto ricevere lo stesso trattamento di Simone, considerato che lottiamo per le stesse cause per avere lo stesso futuro”, ha detto una delle attiviste che si è autodenunciata. Un’azione, spiegano da Ultima Generazione, ispirata al “Jail in” dei movimenti nonviolenti di Martin Luther King e Gandhi. “Se Simone è un criminale, allora siamo tutti criminali. Se lo Stato decide di reprimere un 20enne preoccupato, continuando indisturbato a condannarci a un pianeta invivibile, allora dovrà fare lo stesso con chi lotta al suo fianco” hanno spiegato tenendo in mano” copia delle denunce e dei provvedimenti emessi dalla polizia durante azioni nonviolente”

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