Milano: locali all’asta per ambulatori in quartieri popolari

Il Comune di Milano mette all'asta locali ai piani bassi dei caseggiati delle case popolari di sua proprietà per realizzare ambulatori medici nei quartieri.

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Il Comune di Milano mette all’asta locali ai piani bassi dei caseggiati delle case popolari di sua proprietà per realizzare ambulatori medici nei quartieri. Il bando, aperto fino al 30 gennaio, propone 13 unità immobiliari fra Quarto Oggiaro, Crescenzago, Baggio e Barona adatte ad ospitare ambulatori o poliambulatori, da assegnare in locazione o concessione a medici o associazioni di professionisti della sanità. Si tratta nella quasi totalità dei casi di ex negozi, oggi inutilizzati, offerti a un canone annuale a base d’asta fra i 2.400 e i 5.800 euro per destinarli ad un servizio che i Municipi hanno indicato fra i più necessari nei quartieri periferici di Milano: il presidio sanitario territoriale, in particolare per i residenti più fragili. È questa l’unica destinazione d’uso ammessa per i 13 locali, da assegnare in via prioritaria a medici di medicina generale e pediatri di libera scelta e, in assenza di offerte da parte di questi, ad altri medici specialisti (dai ginecologi ai geriatri) e ad altri professionisti della sanità riconosciuti dal ministero della Salute, come infermieri, fisiatri, fisioterapisti, terapisti della riabilitazione, che possono presentarsi in forma di singoli, cooperative, raggruppamenti costituiti o costituendi. Il presidio sanitario deve assicurare un minimo di 10 ore a settimana di apertura al pubblico, distribuite su un minimo di due giorni a settimana. I locali messi a disposizione sono stati scelti dall’amministrazione in accordo con Ats, sulla base degli ambiti territoriali di assistenza rimasti carenti di medici di base. La locazione avrà una durata di sei anni rinnovabili per altri sei, mentre la concessione d’uso sarà per 12 anni. “Nei prossimi anni vedremo gli effetti di una mancata programmazione e quindi le carenze di medici di medicina generale saranno ancora più significative – ha commentato l’assessore al Welfare del Comune di Milano, Lamberto Bertolè -. Il bando è una risposta importante della città al problema, ma sicuramente serve un’azione di sistema, dal ministero della Salute in giù”.

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