‘Ndrangheta, sequestrati 8 campi da padel a Milano, arrestato un imprenditore

L'operazione della Direzione investigativa antimafia di Milano ha portato agli arresti domiciliari un imprenditore legato alla 'ndrangheta accusato di false fatture e autoriciclaggio. Sequestrati 8 campi da padel del valore di circa 700mila euro realizzati in un centro sportivo comunale: sarebbero stati costruiti con i soldi illeciti di un giro di false fatturazioni.

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La Direzione Investigativa Antimafia  ha dato esecuzione ad un provvedimento cautelare di arresti domiciliari, emesso dal Gip  di Milano nei confronti di un imprenditore, residente in provincia di Milano, accusato di emissione ed utilizzo di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti ed autoriciclaggio. Le indagini sono nate da accertamenti svolti su altro  calabrese, arrestato nel 2010 nel corso dell’operazione “INFINITO” e successivamente condannato in via definitiva in quanto ritenuto colpevole di appartenenza alla locale di ‘ndrangheta di Corsico. Gli accertamenti hanno permesso di scoprire che una delle società riconducibili ai suoi figli aveva partecipato alla realizzazione di otto campi di padel del valore di circa 700 mila Euro, all’interno di un Centro Sportivo comunale di Milano e assegnato in concessione ad una società dilettantistica milanese.
Gli impianti sono stati sequestrati, risultando tra l’altro edificati abusivamente e senza
preventiva autorizzazione da parte dei competenti uffici. In base alle indagini, è stato accertato che l’indagato  dopo aver sottoscritto un contratto di prestazione d’opera (risultato poi inesistente) con la società che gestisce in concessione il  Centro Sportivo, abbia finanziato e costruito i campi da padel potendo contare su profitti illeciti derivanti dalla commissione di numerosi reati fiscali con l’obiettivo di partecipare agli incassi derivanti dal loro noleggio ai cittadini.
In particolare, nel biennio 2020-2021, la società immobiliare di cui risulta titolare sarebbe stata al centro di una frode fiscale di oltre 1,5 milioni di euro legata sia all’emissione che all’utilizzo di fatture false con indebita detrazione di IVA.
“L’operazione – si legge in una nota della Dia –  coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo lombardo, assume rilievo poiché testimonia l’impegno profuso dalla DIA al contrasto dell’infiltrazione criminale nell’economia legale”.

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