Il Qatar gate e l’andazzo delle istituzioni

Il caso Qatar è una bomba perché i Paesi nordici instaureranno probabilmente una politica del rigore più assoluto rispetto agli assistenti // di Fabio Massa

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Potenzialmente è una bomba, questa inchiesta sul Qatar-gate, ovvero il caso Panzeri, ovvero il caso di gente che si prendeva i soldi per sostenere le ragioni di un regime dispotico e autoritario facendo lobby illegittima e immoraleE sapete perché è una bomba? Perché i Paesi nordici instaureranno probabilmente una politica del rigore più assoluto rispetto agli assistenti, alle segretarie, alle spese di rappresentanza eccetera, fino ad adesso assai assai laschi.

Con l’effetto che i paesi “latini”, come li chiamano loro, hanno proseguito con l’andazzo che tutti tollerano e quasi giustificano nei loro Paesi.

E qual è questo andazzo?

E qual è questo andazzo? Che tra gli assistenti si prendono portatori di voti, ex politici trombati, riciclati, gente che non lavora ma che si occupa del consenso. I consulenti? Sono i genitori, la mamma, la zia, la cugina. I casi sono continui: fidanzate che lavorano per il compagno, tutti pagati allegramente dallo Stato, o in molti casi, anche dall’Europa.

Il tutto sotto la “discrezionalità” di alcune nomine. Invece di selezionare il competente, si seleziona il parente. Tanto paga pantalone. E così si scopre che nell’impresa di famiglia – chiamiamola impresa – di Antonio Panzeri, c’erano la moglie e la figlia avvocatessa con studio a Locate di Triulzi.

 

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