Milano è una “città che corre, la città che riqualifica quartieri e palazzi, la città che fa spazio all’innovazione e all’eccellenza, la città che seduce i turisti e gli uomini d’affari, la città che demolisce le case popolari e costruisce appartamenti a prezzi inaccessibili“. Lo ha sottolineato l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, nel Discorso alla Città pronunciato in occasione della festività di Sant’Ambrogio, patrono di Milano. “Dove troveranno casa le famiglie giovani, il futuro della città? – ha aggiunto -. Dove troveranno casa coloro che in città devono lavorare, studiare, invecchiare?”. Nel suo elogio dell’inquietudine nella parte introduttiva ha poi aggiunto: ” Voglio fare l’elogio dell’inquietudine che bussa alle porte dei centri di ricerca dedicati all’organizzazione del lavoro che controlla la produttività e ignora gli orari della famiglia, che controlla l’ottimizzazione delle risorse e ignora la qualità di vita delle persone, che prepara strumenti per valutare la sostenibilità ambientale e ritiene secondaria la sostenibilità sociale. Alle porte dell’organizzazione del lavoro bussa l’inquietudine e la sua provocazione: e gli altri? Come potranno vivere quegli onesti lavoratori che si ritrovano a fine mese una paga che non copre le spese che la vita urbana impone loro?”.
“Chi ha responsabilità deve guardare lontano. La popolarità o l’interesse, il prestigio o il vantaggio personale sono guadagni troppo meschini e troppo improbabili per motivare un impegno quotidiano spesso logorante e poco confortato da risultati. Si deve affermare che la cura per il bene comune, oltre il proprio interesse o l’interesse del proprio partito, l’impegno che trova motivazione nell’inquietudine e nel realismo della speranza si chiamano ‘politica’. Voglio esprimere apprezzamento e incoraggiamento per tutti i cittadini che in questa politica si impegnano, per quelli che accettano di essere candidati nel servizio delle comunità locali – ha proseguito Delpini in un altro passaggio – L’elogio della democrazia rappresentativa chiede che ci sia un impegno condiviso per contestare e correggere la sfiducia che è presente in chi non vuole essere coinvolto, si chiude nel proprio punto di vista e non si interessa degli altri, pretende che siano soddisfatti i propri bisogni ma non si cura del bene dell’insieme”.
un breve estratto del discorso dell’Arcivesco di Milano, Mario Delpini.