Casa della Carità, don Paolo Selmi nuovo presidente

Il sacerdote succederà come presidente della Casa della Carità a don Virginio Colmegna, che ha avuto questo incarico fin dalla fondazione, nel 2002. Lo comunica la Diocesi di Milano.

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L’Arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini  ha designato don Paolo Selmi, sacerdote della Diocesi, come nuovo presidente della Casa della Carità, il cui consiglio di amministrazione verrà rinnovato nel gennaio 2023. Ha annunciato anche l’intenzione di nominare lo stesso don Selmi vice-direttore di Caritas Ambrosiana. Lo comunica la Diocesi di Milano.

Nato nel 1966 a Settala (MI), Paolo Selmi è stato ordinato sacerdote dal cardinal Martini l’8 giugno 1991. Dopo un primo incarico come vicario parrocchiale nella parrocchia di S. Maria del Rosario a Milano, nel 1996 ha avviato l’unità di pastorale giovanile tra le parrocchie di Santa Bernardetta e San Giovanni Bono alla Barona. Qui don Paolo ha accompagnato ragazzi e giovani con le loro famiglie fino al 2005, anno in cui è diventato parroco. Nel 2012 è diventato responsabile della Comunità Pastorale S. Giovanni XXIII, che comprende le due parrocchie citate e quella dei SS. Nazaro e Celso alla Barona. Dal settembre 2014 è parroco della Beata Vergine Assunta in Bruzzano. È stato inoltre decano, dal 2010 al 2014 alla Barona e dal 2015 al 2021 ad Affori.

Don Selmi – che continuerà anche il suo ministero di parroco – succederà come presidente della Casa della Carità a don Virginio Colmegna, che ha avuto questo incarico fin dalla fondazione, nel 2002. Proprio al ventennale dell’opera voluta dal cardinal Martini e i cui garanti sono per statuto l’Arcivescovo e il sindaco di Milano, è dedicato un incontro che si svolgerà mercoledì 23 novembre alle ore 18 nella sede di Via Brambilla 10, a cui parteciperanno sia mons. Mario Delpini sia Giuseppe Sala. Tutte le informazioni su www.casadellacarita.org

«Esprimo sincera ammirazione e intensa gratitudine per l’opera di don Virginio – dichiara l’Arcivescovo -, che ha dato alla Casa della carità il volto di una casa, il prestigio di una cultura, l’incisività di un segno per la città, i tratti di una proposta educativa per molti, a cominciare dai più fragili e poveri».

 

 

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