I resti dell’auto della scorta di Falcone in piazza Città di Lombardia

La teca contenente i resti della 'Quarto Savona Quindici', l'auto della scorta di Giovanni Falcone sarà esposta fino a domani, giovedì 10 novembre, in piazza Città di Lombardia. 

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La teca contenente i resti della ‘Quarto Savona Quindici’, l’auto della scorta di Giovanni Falcone sarà esposta fino a domani, giovedì 10 novembre, in piazza Città di Lombardia.
Questa mattina, alla presenza del presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, si è tenuta la cerimonia di presentazione dell’importante testimonianza. All’evento hanno partecipato, anche Tina Montinaro (presidente dell’Associazione ‘Quarto Savona Quindici’ e moglie di Antonio Montinaro, Capo scorta del giudice Giovanni Falcone), Alessandro Fermi (presidente del Consiglio regionale della Lombardia) e Romano La Russa (assessore regionale alla Sicurezza, Immigrazione e Polizia locale). Sono intervenuti anche Monica Forte (presidente della Commissione Antimafia del Consiglio regionale della Lombardia) e Luigi Piccirillo (consigliere regionale della Lombardia e promotore dell’iniziativa). Nella giornata di domani, dalle ore 8 alle 14, sarà anche possibile aderire all’iniziativa ‘Donatorinati’ della Polizia di Stato, donando il sangue sull’Autoemoteca AVIS che sarà presente in Piazza Città di Lombardia.

Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco DicilloSono i nomi della scorta di Giovanni Falcone che morirono con il magistrato a Capaci il 23 maggio 1992. Nomi che fanno parte della nostra storia e che dovremmo imparare a memoria”. Lo ha dichiarato il Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi. Questa ‘installazione’ è, prima di tutto, un “presidio della memoria” – ha proseguito Fermi -. E per questo ringrazio Tina Montinaro, moglie del capo scorta di Giovanni Falcone, che gira il nostro Paese per ribadire e far crescere la cultura della legalità. I resti dell’auto della scorta di Falcone parlano soprattutto ai più giovani e servono a ribadire, sempre e con forza, l’importanza della lotta alla mafia, alla camorra, alla ‘ndrangheta e in generale ai sistemi criminali. Non solo a parole, ma con gli esempi concreti di chi si è impegnato e ha rischiato la propria vita per spezzare il clima di paura e di intimidazione. Iniziative simboliche come queste che ci ricordano che le organizzazioni criminali non sono un problema dei magistrati o delle donne e degli uomini delle forze dell’ordine, ma sono una questione che coinvolge tutti. Perché ‘gli uomini passano, le idee restano e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini’, come amava ripetere Giovanni Falcone.

La vista dell’auto della scorta di Giovanni Falcone – ha dichiarato Monica Forte (Gruppo Misto), Presidente della Commissione Antimafia – ci ricorda che lo Stato per Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonino Montinaro ha rappresentato la promessa di un mondo più giusto e che per quello Stato e per quell’idea hanno dato la vita. Ognuno di noi è a suo modo portatore di un testimone molto impegnativo e con il contributo di tanti riusciremo a rendere il giusto tributo a quell’impegno. Sarà un nostro assillo difendere la società e l’economia lombarda dai tentativi di colonizzazione mafiosa. Siamo una rete di alleanze istituzionali e civili che può essere più forte delle organizzazioni mafiose. Continuiamo a camminare con questa consapevolezza e registreremo sempre più decisi e importanti passi avanti”.

L’iniziativa è stata promossa dall’associazione “Quarto Savona Quindici”. “I resti dell’auto della scorta di Falcone – ha dichiarato la Presidente dell’Associazione Tina Montinaro – sono una ‘croce laica’ che portiamo in tutta Italia con dolore e con orgoglio per ricordare chi non ha fatto un passo indietro di fronte alla violenza mafiosa. Dopo trent’anni non dimentichiamo e lanciamo un messaggio chiaro ai giovani: scegliete da che parte stare, scegliete di stare dalla parte della legalità”.

“Un momento particolarmente importante – ha commentato il presidente Fontana – che tutti insieme abbiamo voluto celebrare per rendere onore a chi ha sacrificato la propria vita. Bisogna continuare a combattere per la difesa dei valori della legalità. Abbiamo sposato con forza e determinazione questi principi e le iniziative a sostegno della lotta alla mafia”. 

Tina Montinaro

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