Quattro ragazzi aggrediscono una capotreno, cercando di irrompere nella cabina di guida per fare video col telefonino. È quanto denuncia la segreteria regionale del sindacato Slm-Fast/Confsal Emilia-Romagna che racconta quanto accaduto ieri sul treno 2477 di Trenitalia-Tper Scar partito da Milano Centrale e diretto a Rimini. I giovani erano saliti col biglietto del bus a Milano Lambrate, sorpresi dal controllore dichiarano di scendere alla successiva stazione di Rogoredo, come effettivamente fanno; ma furtivamente risalgono, perché la capotreno li intercetta nuovamente all’altezza di Lodi. La funzionaria chiede il pagamento, ma il gruppo non paga; la donna chiede loro le generalità per emettere il verbale, ma si rifiutano. La capotreno allerta le forze dell’ordine per un intervento alla successiva fermata di Piacenza, ma a quel punto i quattro la spingono con forza, colpendola al seno per fuggire. Una volta arrivati a Piacenza, scendono e sembrano andarsene. La capotreno annulla la chiamata delle forze dell’ordine e si rifugia in cabina di guida per medicarsi. Qui però si ripresenta il gruppetto cercando di fare irruzione nella cabina, riprendendo col telefonino la capotreno e la macchinista. Quest’ultima riduce la velocità a 30 km/h, con la capotreno che oppone resistenza per evitare che aprissero la porta (“dall’interno non è chiudibile per un vulnus progettuale”, spiegano i sindacati) e altre colleghe avvertono la Polfer in attesa di arrivare nella stazione di Reggio Emilia. Ma qui, una volta aperte le porte, scappano continuando a filmare con lo smartphone. “La collega per evitare soppressione del treno, ha proseguito il servizio piuttosto che ricorrere a cure mediche immediate, ma il treno è ripartito con quasi sessanta minuti di ritardo”, puntualizzano i sindacati. La capotreno, a fine servizio, riporta una prognosi di 8 giorni.
Aggrediscono capotreno e tentano di entrare in sala macchine
Quattro ragazzi hanno cercato di fare irruzione nella cabina di guida di un treno partito da Milano Centrale per Rimini dopo aver aggredito la capotreno che ha opposto una strenua resistenza.