L’assessore lombardo Guido Guidesi, che per primo ha lanciato – ormai quasi un anno fa – l’allarme sul costo dell’energia (inascoltato per troppo tempo), in questi giorni sta girando in lungo e in largo le grandi imprese lombarde e giorno dopo giorno si mette le mani nei capelli. Le prossime bollette, se nessuno dovesse intervenire a livello europeo, potrebbero mettere in ginocchio le industrie del nord Italia. Il che vuol dire che subito dopo scatterebbero i licenziamenti, le cassa integrazioni, le riduzioni di stipendio.
A carico di chi? Di persone, di lavoratori, che un minuto dopo andranno a casa e si troveranno a loro volta bollette salatissime da dover pagare con uno stipendio assai ridotto.
Di fronte a questo scenario ci sono due paradossi. Il primo è europeo
Si fa sempre un gran cianciare di Europa, ma poi alla fine si scopre che la Germania si fa il tetto al gas senza consultare nessuno, che la Francia ha il nucleare quindi se ne frega del costo dell’energia, che i paesi nordici hanno le piattaforme per l’estrazione di petrolio e gas naturale e quindi dall’aumento del prezzo del gas ci guadagnano e che pure l’Olanda, che ha il mercato del gas, sta facendo profitti mostruosi.
Insomma, a rimetterci siamo giusto noi, la Spagna, il Portogallo e la Grecia. Non benissimo, per una Europa che ci hanno detto e stradetto che dovrebbe aiutare i popoli nei momenti di difficoltà.
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